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L'eremo di San Leonardo sui Monti Sibillini

2020-05-13 14:16:42

L’Eremo di San Leonardo sorge su un vasto pianoro a 1.128 mt. di altitudine circondato da una fitta vegetazione di tassi, aceri e faggi tra il Monte Sibilla ed il Monte Priora, il cui nome deriva da Priore, colui che era la guida ed aveva il compito di dirigerlo ed amministrarne i beni.

Da documenti dell’epoca qui, fin dai primi secoli del Medioevo, vi era un insediamento fortificato e, nel 1066, a seguito di uno scontro con Visso, gli abitanti di Montefortino edificarono l’Eremo di San Leonardo, che prese il nome di Castrum de Volubrio, sui resti di quello che era un antico monastero fondato dai seguaci di San Benedetto.

Qui la vita si incentrava sulla preghiera e sul lavoro secondo la regola benedettina “Ora et Labora” (prega e lavora). Oltre alla preghiera il loro lavoro consisteva nella trascrizione di antichi codici, la manutenzione del monastero, lo studio, la cura del bestiame ed il lavoro nei campi. Le rendite, i possedimenti e le innumerevoli ed immense ricchezze che nei secoli i monasteri avevano ricevuto in dono, li avevano col tempo portati ben lontani dal primitivo ideale di vita povera trasformandoli in luoghi ricchi. Da qui comincia una lenta e costante decadenza dell’edificio che lo portò alla quasi totale rovina. Divenne per secoli un rifugio per uomini di malavita, ladri, delinquenti e briganti che approfittavano del passaggio dei pellegrini e dei mercanti che da qui transitavano per passare dall’Adriatico al Terreno e viceversa.

San Leonardo fu posseduto, negli anni, da molti Signori e famiglie benestanti, tra tutti ricordiamo i fratelli Rosi che qui crearono un’azienda con ricovero per gli animali e la produzione del formaggio dando lavoro a numerosi operai e che vollero che ogni domenica venisse qui celebrata la messa per coloro che lì lavoravano e per i pastori, carbonai e legnaioli che ogni giorno salivano sul Golubro per lavorare. Appartenne alla famiglia Rosi dal 1909 al 1934 quando venne venduta la proprietà al Senatore Luigi Albertini.

Si arriva così all’anno 1965 quando Padre Pietro Lavini, “spinto da una forza misteriosa”, con un amico si spinse fin lassù sul luogo denominato “San Leonardo”, un luogo dove si poteva scorgere appena solo pochi ruderi ricoperti di rovi e di ortiche ma che ad egli pareva di sentirgli dire: “perché non ci riporti all’antico splendore?”. Padre Pietro Lavini, all’anagrafe Armando Lavini e chiamato anche “Muratore di Dio” seguì una “voce interiore” che lo tormentò per giorni e giorni fino a quando comprese che la sua missione di vita era quella di ricostruire quell’antico eremo. Un progetto ed un sogno impossibile per un umile frate cappuccino ma non per Colui (Dio) che proprio su “quell’ermo colle” aveva un progetto di ricostruzione spirituale delle anime che da lì sarebbero passate, di amore e salvezza per gli uomini.

E così, il 24 Maggio del 1971 un semplice ed umile frate cappuccino si avventura sulle montagne per un’impresa umanamente impossibile avendo a disposizione soltanto due mezzi: un saio, simbolo della povertà ed una croce, simbolo della fede. Su questi due grandi valori, oggi oramai in disuso, egli ha cominciato la sua opera di restauro ed edificazione di quello che era il più antico insediamento spirituale delle Marche e che, dopo oltre 40 anni, continua con incessante passione. In questo arco di tempo numerosi sono stati i disagi che Padre Pietro ha dovuto affrontare e se come si dice “ogni inizio nasce povero”, anche il suo di cammino doveva intraprendere la stessa strada, una strada di povertà, rinunce, sacrifici, lotte ed incomprensioni da parte di coloro che cercarono in ogni modo di ostacolarne il cammino. Praticamente solo, pietra su pietra, sacrificio dopo sacrificio, messa dopo messa, Padre Pietro ha impegnato tutte le sue energie, sia fisiche che spirituali e lottando contro ogni speranza e sostenuto solo da un grande coraggio e da una grande fede, ha restituito ai Monti Sibillini uno dei monumenti più antichi del nostro passato.

Tante sono oggi le persone, turisti e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo che salgono all’Eremo di San Leonardo per trovare conforto e speranza o semplicemente per godere di questo piccolo ma grande angolo di paradiso, un luogo ricco di storia, fede, preghiera lavoro e sacrificio.