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Stefano Benemeglio e le sue Discipline Analogiche
Dopo una breve premessa della Presidente UPDA S.Stano, Stefano Benemeglio ci parla delle Discipline Analogiche, frutto dei suoi studi e ricerche, in occasione del Convegno nazionale delle Discipline Analogiche del 2020. La Memoria Smarrita è il tema proposto da S.Benemeglio.
Al giorno d’oggi la cultura dominante ci spinge a credere che tutto, nella vita, ci può essere sottratto (beni, affetti, traguardi) ad eccezione di un elemento: il nostro pensiero, ossia il nostro insieme di valori e il nostro modo di guardare e interpretare la realtà.
Crediamo che il nostro personale modo di analizzare gli accadimenti e le vicende quotidiane sia una sorta di occhiale di cui nessuno può privarci, ma non c’è nulla di più sbagliato.
Sebbene il filtro che utilizziamo per analizzare la realtà sia il frutto del nostro personale vissuto, è proprio su questo vissuto che dobbiamo concentrarci per renderci conto che non esiste nessuna affermazione più confutabile.
Quando soffriamo, quando perdiamo la lucidità e l’oggettività nella valutazione perchè preda di un dolore emotivo dilaniante è come se permettessimo al nostro stesso vissuto di influenzare le nostre scelte, costringendoci a cambiare punto di vista.
Sebbene quest’ultimo non sia “sano” per il nostro vivere, quando soffriamo permettiamo al nostro passato di riaffiorare, essendo in esso racchiuso il seme di ogni nostro punto debole del presente. In un viaggio nel tempo a ritroso torniamo così a calpestare il terreno su cui si consumarono i più strazianti delitti della nostra vita, quelli che ci hanno visti vittime dell’influenza di personaggi significativi che, in virtù del loro ruolo tanto importante, hanno saputo imbrigliarci in una tela da cui liberarsi è difficile, se non addirittura impossibile.
Utilizzo il tempo presente perchè sebbene i momenti descritti ci appaiano relegati in un passato lontano, in realtà essi sanno vivere in un presente costante attraverso i sensi di colpa, i rimorsi, i rammarichi, i rancori che sappiamo coltivare nei confronti di chi, di quel passato, è stato protagonista.
È in queste sensazioni che i personaggi emblematici del nostro vissuto continuano a vivere ed è grazie a queste che oggi, spesse volte totalmente ignari, siamo vittime di blocchi, impedimenti, somatizzazioni e infelicità.
Fintanto che permettiamo a sensazioni di questo tipo di fungere da alimentazione emozionale della nostra vita anzichè lasciar spazio a sentimenti nuovi e, ebbene si, anche a risentimenti nei confronti di persone del nostro presente attuale, altro non conosceremo che un’aberrazione nel nostro modo di vivere e di percepire le emozioni, ossia una totale distorsione della realtà capace di allontanarci dalla felicità.
Il pensiero muta così indole, finendo per abbracciare valori differenti da quelli capaci di rispondere al nostro sentire.
I rammarichi del passato sono come zombie, ossia “morti” che sanno tornare in vita ogni qualvolta la quotidianità ci pone davanti alle medesime circostanze del passato; basta uno stimolo, anche minimo, per riaccendere le fiamme dell’inferno del passato.
Qual’è il fiammifero capace appiccare il fuoco?
Le persone significative che hanno inscenato la tragedia del nostro passato e che sanno tornare in vita attraverso coloro che oggi, nel nostro presente, definiamo essere i soggetti per noi più importanti.
La chiave del benessere emozionale è racchiusa nella possibilità di inibire il potere che i protagonisti del nostro vissuto sanno esercitare ancor oggi nel nostro quotidiano, gli stessi che chiamo in gergo tecnico “demarcatori ipnotici” in virtù della loro capacità unica di catturare la nostra attenzione e distrarci dal nostro benessere, conducendoci in una spirale di infelicità.