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Com’e Iniziato il nuovo anno ?

2019-01-04 08:19:29

Alla grande .... siamo qui in Kenia a spiegare e divulgare il progetto che ci sta a cuore .... quale ? Provate ad indovinare ....

Ieri è successo .... inaugurazione Shalaheart 

C’è una Malindi , ormai lo sappiamo, che ama la bellezza delle cose reali.
Una Malindi che non è italiana, non è inglese, non è indiana e non è solo africana, una Malindi di tutti coloro che apprezzano l’arte, la cultura, il talento e le commistioni tra varie discipline.
Una Malindi che non si contrappone alle realtà vacanziere, più “leggere”, festaiole e nottambule ma è solo un valore aggiunto, perché fa rientrare nel suo ambito la vocazione al sociale, alla crescita di un popolo, senza dimenticare di appartenere (suo malgrado) ad un élite.
Questa Malindi (che è anche Mambrui, Watamu e perché no, Nairobi in vacanza) ieri sera era molto ben rappresentata da più di duecento persone che hanno partecipato al vernissage della mostra di Gian Paolo Tomasi “I saw african woman”.
L’ingresso era libero, ma chi ha preso parte all’evento è venuto perché davvero interessato.
La bellezza è stata vedere giovani e giovanissimi, keniani ed europei, adulti anziani e persone di mezza età, tutti con lo stesso sguardo meravigliato, e nessuna di quelle scene che si vedono oggi anche nei locali a pagamento o nelle feste private: gente annoiata che attende solo il rinfresco, occhi puntati sui telefonini e poca comunicazione, magari camuffata dalla musica ad alto volume.
Niente di tutto questo nella Malindi di Shala Heart, lo spazio di Luce Torreforte che ha accolto gli ospiti con una performance (lei la chiamerebbe “pratica”) di yoga e relativa breve spiegazione di come questa disciplina trovi la sua massima esemplificazione nel mezzo di uno splendido giardino africano.
A Shala Heart, tra le opere del celebrato artista milanese, ci si incontra, ci si conosce e si passeggia per il giardino, il pittore e scultore Jimmy Kimani compone in diretta aforismi in forma di “street art”, un proiettore racconta la storia di “Tribalosophy”, un progetto nato da Luce per far crescere talenti artistici locali nella periferia di Malindi, lo chef Carlo Sganga dispensa altra creatività sotto forma di fingerfood.
Ci si muove in una “scultura abitata” come la definisce l’architetto e creativo Daniela Sormani, che ha progettato con Luce e Tomasi lo spazio di fronte al Tropical Village che continua a stupire chi ci si approccia per la prima volta.
Poi il concerto di Beka The Boy, cantante della nuova generazione di artisti keniani che è partito dalla strada (faceva il conducente di boda-boda) e ora conquista le classifiche del pop, con una bravissima produttrice italiana alle spalle, Francesca Regaiolli.
Tra il pubblico, oltre ad imprenditori del turismo di oggi e di ieri, residenti e turisti, anche una troupe televisiva e il più famoso giornalista e anchor-man keniano, Jeff Koinange.
Il terzo evento davvero riuscito a Shala Heart, dopo il Malindi Talent Music Festival promosso da Maxlife dello scorso agosto, e il concerto classico dei musicisti di livello internazionale Francesco D’Orazio e Michele Visaggi a novembre, organizzato dall’Istituto di Cultura Italiano.
Questo, più di tutti, oltre ad attrarre una Malindi che sarà il miglior biglietto da visita per la sua rinascita, ha mostrato la bellezza e le potenzialità di un luogo magico in cui arte, cultura, menti e cuori si incontreranno e potranno creare qualcosa di cui il mondo dei nostri giorni, e non solo il Kenya e l’Africa, hanno disperatamente bisogno.