Claudio Tommaso Venusio

Business & Finanza

Il Revenge Porn e' reato. Giustissimo, secondo me. Che ne pensate ?

2019-04-02 16:45:45

La Camera ha approvato all'unanimità, con 461 voti, l'emendamento al disegno di legge "codice rosso" che introduce il reato di Revenge Porn.



tratto da Adnkronos e QuiFinanza.it

Oggi 2 aprile 2019 la Camera ha approvato all’unanimità, con 461 voti, l’emendamento al disegno di legge "codice rosso" che introduce il reato di revenge porn, dopo che è stato raggiunto l’accordo tra maggioranza e opposizione.


Sulla norma, che vieta la diffusione di video hard a fini ricattatori, la settimana scorsa si era registrato uno scontro in Aula; oggi alla ripresa dei lavori è stato presentato un nuovo emendamento della commissione, condiviso da tutte le forze politiche, da parte della relatrice del provvedimento Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle.


In base al testo proposto dalla commissione, “salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5.000 a 15.000 euro”.


La stessa pena si applica a chi,“avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici”. “La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza. Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale”. Si procede tuttavia d’ufficio quando i fatti sono commessi nei riguardi di persona in stato di inferiorità fisica o psichica o di una donna in gravidanza, “nonché quando il fatto è commesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio”.