Psicologia & Relazioni
19 LUGLIO 1992 PER. NON DIMENTICARE
UNO SCENARIO APOCALITTICO CHE I MIEI OCCHI E IL MIO CUORE NON DIMENTICHERANNO MAI.
Ero un volontario soccorritore in quel periodo, svolgevo servizio con ambulanze di primo soccorso e soccorso avanzato.
Come di consuetudine quel 19 Luglio del 92 mi stavo recando presso l`associazione di soccorso dove effettuavo il mio operato di volontario, quando ad un tratto mi accorsi che dei mezzi di soccorso con a bordo alcuni miei colleghi sfrecciavano a sirene spiegate, purtroppo la telefonia mobile non era molto diffusa come oggi e quindi non mi era facile conoscere la motivazione dell`emergenza in atto...e allora decisi di fare subito inversione di marcia per seguire i miei colleghi, dopo qualche minuto di corsa e adrenalina raggiungo il luogo destinato all`emergenza, credetemi non è facile descrivere ciò che abbiamo visto !
Uno scenario molto raccapricciante, di forte impatto visivo, addolorante e straziante.
Immensa nuvola di fumo e di polveri proveniente dalle auto in fiamme e dai calcinacci che venivano giù dai palazzi circostanti per via della imponente deflagrazione avvenuta.
Non vi nascondo a dire che davanti a una "APOCALISSE " del genere mai affrontata prima...accusavamo un forte tremore alle gambe, un tremore di forte angoscia e paura.
Le urla incessanti della gente ferita, lo strillio continuo delle sirene era quasi assordante.
Non so come, perché... credetemi, non è stato facile riuscire a rimanere lucidi in tale circostanza ma, la forza di volontà, di aiutare, di soccorrere chi aveva bisogno del nostro aiuto ci ha reso operativi nel prestare il nostro soccorso, un soccorso che per tutto il resto della mia vita rimarrà impresso ai miei occhi e nel mio cuore.
Questa strage è un ricordo che nessuno di noi ha dimenticato, è un ricordo che ancora a oggi dopo 27 anni è una ferita ancora aperta...per tanti fattori:
In particolare modo per il fratello del giudice Paolo Borsellino, che:
In vista delle celebrazioni del 19 luglio, Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo ucciso nella Strage di via D’Amelio, ha scritto una lettera al presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra. ( testo del giornale Sicilia)
Ecco il testo della missiva:
“Egregio Presidente Morra
ho riflettuto a lungo prima di decidere se accettare l’invito a presenziare alla cerimonia nella quale verranno desecretate le audizioni riguardanti Paolo Borsellino presso la Commissione Parlamentare Antimafia. Ho riflettuto a lungo e ho poi deciso di non sottrarre nemmeno un’ora a mia figlia che pur in attesa del suo primo figlio ha deciso di affrontare la fatica del volo per essere in questi giorni a Palermo, insieme a me, a lottare per la memoria di suo zio, Paolo Borsellino e dei cinque ragazzi uccisi insieme a lui, Claudio, Agostino, Emanuela, Vincenzo ed Eddie Walter che ancora, a ventisette anni di distanza, aspettano Giustizia e Verità sulla strage di Via D’Amelio nella quale è stata spezzata la loro vita.
In quella strage mio fratello è stato ridotto ad un tronco carbonizzato senza più le gambe e le braccia, i pezzi di quei ragazzi sono stati raccolti uno ad uno e messi in delle scatole per poi essere identificati, separati e racchiusi in delle bare troppo grandi per quello che restava di loro”.
Ora, a ventisette anni di distanza – prosegue Borsellino – io non posso accettare che i pezzi di mio fratello, le parole che ha lasciate, i segreti di Stato che ancora pesano su quella strage vengano restituiti a me, ai suoi figli, all’Italia intera, ad uno ad uno. E’ necessario che ci venga restituito tutto, che vengano tolti i sigilli a TUTTI i vergognosi segreti di Stato ancora esistenti e non solo sulla strage di Via D’Amelio ma su tutte le STRAGI DI STATO che hanno marchiato a sangue il nostro paese.
E’ necessario che quella Agenda Rossa che è stata sottratta da mani di funzionari di uno stato deviato e che giace negli archivi grondanti sangue di qualche inaccessibile palazzo di Stato e non certo nel covo di criminali mafiosi venga restituita alla Memoria collettiva, alla Verità e la Giustizia”.“Decine – conclude Borsellino – se non centinaia di persone, nei meandri e nelle segrete di questo Stato, ne sono certo, conoscono dove viene occultata questa Agenda, dove vengono occultate le ultime indagini, le ultime parole, gli ultimi pensieri di Paolo Borsellino.
Soltanto quando un rappresentante di questo Stato che ha lasciato crescere nel suo ventre un mostro capace di intavolare con l’antistato, con gli assassini di Giovanni Falcone, una scellerata trattativa e sull’altare di questa trattativa ha sacrificato la vita di Paolo Borsellino, si presenterà in ginocchio in Via D’Amelio a portare non ipocrite corone di alloro, simboli di morte, ma quell’Agenda Rossa, allora e soltanto allora potrò avere pace”