Teresa Cecere

Founder Starter

Il coronavirus è anche un'emergenza psichiatrica, di cui nessuno parla

2020-03-26 10:22:36

Dentro le mura delle case sono bloccate milioni di persone già fragili, che rischiano danni irreparabili alla propria salute mentale.

All’inizio la dipingevamo come una scocciatura. Con un sorriso, perfino piacevole: evviva, sto a casa, mi rilasso, mi rimpinzo di film e libri, facciamo un aperitivo in videochat, cantiamo sui balconi. Presto ci siamo accorti che stare rinchiusi per giorni, mentre fuori imperversa una strage di cui non si vede ancora la fine, non è una vacanza. Ma per molti il lockdown non è solo spiacevole o malinconico. È una bestia nera i cui morsi lasceranno ferite difficili da rimarginare.

I timori del contatto sociale che stiamo acquisendo adesso, in cui chiunque si avvicini a meno di pochi metri di distanza è un potenziale nemico, rimarranno nel tempo: comportamenti evitanti sono stati mantenuti per mesi in alcuni casi – e di nuovo, parliamo di quarantene più brevi e non globali. Gli effetti economici della quarantena -perdita del lavoro e/o di reddito- si protraggono e rischiano di peggiorare ulteriormente le condizioni psicologiche. Le donne e i giovani tra i 16 e i 24 anni sembrano i soggetti più colpiti dagli effetti psicologici della quarantena.

Dobbiamo pagare questo prezzo, però possiamo cercare di ridurlo. Come?

 “Non bastano le passeggiate a risolverlo, perché quello che manca alle persone sofferenti, più ancora che lo spazio aperto, è lo scambio con altri esseri umani, e anche un lavoro sul loro modo di metterlo in pratica, che spesso è un problema di molte diagnosi. 

Per me la prima cosa è pensare a una serie di presidi pubblici in cui siano coinvolti psichiatri e psicologi.”

La speranza ora è che questo aiuto ci sia. La notte sarà lunga, in qualche modo: è necessario che la politica agisca per accendervi delle luci. O il danno alla salute mentale sarà un’altra delle cicatrici devastanti che il coronavirus lascerà su questa generazione.

leggendo in rete : tratto da un articolo di Massimo Randal

fonte : https://www.esquire.com/it/