Tekno Training

Impianti intelligenti per un pianeta mig

Tekno Training

Impianti intelligenti per un pianeta mig

Prima della posa del nostro impianto a pavimento…

2020-02-11 13:08:54

Cosa è bene verificare per garantire un buon risultato finale? (Consigli per i proprietari di casa e per gli installatori PARTE 1)

Mi capita spesso di essere chiamato in cantiere, dall’utente finale o anche dall’installatore, per un semplice controllo sulla qualità di posa di un impianto a pavimento prima di proseguire con il getto del massetto di copertura. Qualche volta ci sono piccoli dettagli da sistemare… ma roba di poco conto! Il più delle volte l’impianto è posato correttamente e si può procedere con il getto del massetto, cioè l’impasto cementizio che va a ricoprire le tubazioni.


Ma nel corso degli anni ho imparato che è molto più importante andare ad effettuare un controllo PRIMA DELLA POSA DELL’IMPIANTO A PAVIMENTO, per evitare problemi che si potrebbero verificare anche dopo parecchi mesi di utilizzo dell’impianto!


Quali sono, dunque, le cose da controllare prima di iniziare a posare l’impianto? Vorrei semplicemente suggerire, con questo e altri articoli che sto preparando, alcune verifiche preliminari molto importanti.


VERIFICA n°1: Assicurarsi che tutti gli altri impianti tecnologici (scarichi, impianto idrico, elettrico, ecc…) siano già stati ultimati e ricoperti con apposita caldana alleggerita di livellamento

Una caldana alleggerita è un impasto di cemento e altro materiale più leggero, come ad esempio perlite, vermiculite, argilla espansa, sughero, ecc…

Serve a ricoprire tutti gli altri impianti e a creare un sottofondo perfettamente planare, e sottolineo planare,  adatto a ricevere il pannello isolante del successivo impianto a pavimento. Ma la planarità e la pulizia di questo sottofondo non sono gli unici aspetti da controllare.

E’ molto importante verificare anche la consistenza e la resistenza meccanica della caldana, cioè la sua resistenza allo schiacciamento. Non dimentichiamoci che questo “strato preparatorio” contiene materiale di alleggerimento (ad esempio piccole sferette di polistirolo) e pertanto la sua densità finale non può mai essere molto elevata. Se il “caldanista” esagera nel dosare il materiale di alleggerimento rispetto al cemento… beh… il risultato finale potrebbe essere uno strato che nel tempo “si sgretola e si schiaccia” sotto il peso del pavimento radiante (e i successivi carichi aggiuntivi), il quale è costituito da un massetto molto denso e più pesante. Quale può essere la conseguenza? Lo si può intuire dall’immagine seguente:

ATTENZIONE! Un cedimento come quello che si vede nella foto può essere determinato anche da un altro fenomeno, cioè il “curling” (legato alla maturazione e all’asciugatura del massetto che ricopre l’impianto a pavimento e che coinvolge pertanto la figura del massettista), fenomeno che cercherò di spiegare meglio in un prossimo articolo. Se però l’abbassamento del pavimento rispetto al battiscopa coinvolge tutti i lati perimetrali degli ambienti, e non solo alcuni angoli o alcuni lati, è abbastanza evidente che è avvenuto un cedimento di “qualcuno degli strati sottostanti”.


In un caso del genere l’utente finale ha la tendenza ad incolpare direttamente l’installatore che ha posato l’impianto a pavimento, perché è la prima persona a cui pensa. Ma è difficile che l’installatore possa avere delle colpe! La sua unica colpa potrebbe essere quella di aver realizzato l’impianto con un pannello isolante… diciamo così… “fatto in casa” e con una scarsa resistenza allo schiacciamento. Se invece ha utilizzato un qualunque pannello isolante esistente in commercio (di quelli venduti appositamente per i sistemi radianti a pavimento), allora l’abbassamento è dovuto allo schiacciamento di un altro strato.  

Con un abbassamento uniforme come quello dell’immagine precedente, che coinvolge l’intero pavimento dell’abitazione, rimane un unico probabile “sospettato di cedimento”: la caldana di livellamento preparatoria all’impianto! 

E’ verosimile che il caldanista abbia esagerato nel dosare le sferette di polistirolo, vermiculite o argilla espansa, e lo strato di livellamento abbia subito nel tempo uno schiacciamento che può essere di qualche millimetro… fino ad arrivare a superare il centimetro! 


Pertanto, per evitare problemi come quello che ho descritto, prima di posare l’impianto a pavimento è molto importante effettuare la “VERIFICA n°1”: controllare la consistenza e la resistenza meccanica della caldana, cioè la sua resistenza allo schiacciamento, nonché la sua planarità e pulizia!


E arriviamo alla domanda finale… Come si può controllare questa resistenza? Cerchiamo di dare una risposta per suggerire un test empirico da effettuare in cantiere. 


E’ bene che una caldana alleggerita abbia una resistenza allo schiacciamento di almeno 5 Kg/cmq


Una persona di 70 Kg ha mediamente la superficie della scarpa pari a circa 200 cmq. Quindi, se questa persona saltella su un solo piede, sta esercitando una compressione pari a 0,35 Kg/cmq. Ma se questa persona saltella solamente sul tallone, cioè una superficie di circa 10 cmq, lo schiacciamento è pari a 7 kg/cmq!

Questa è esattamente la prova che vi suggerisco di fare in cantiere prima di iniziare la posa dell’impianto a pavimento: provate ad avanzare sul sottofondo che è stato predisposto saltellando sul tallone di un piede (magari non scalzi! :-) ). Se il tallone lascia sulla superficie delle impronte ben visibili, dovute allo schiacciamento di una caldana realizzata male, allora è il caso di avvisare il direttore dei lavori e di rimandare la posa dell’impianto a pavimento, richiedendo un vero e proprio test di resistenza a compressione debitamente firmato da un professionista. 


Vedere il pavimento di casa che si abbassa rispetto al battiscopa dopo qualche tempo…. beh… non è un’esperienza simpatica! Ve lo assicuro! E allora facciamola questa semplice verifica preliminare in corso d’opera: è sufficiente una “passeggiata su un tallone” per evitare futuri problemi al nostro impianto a pavimento! Sottolineo in ogni caso la natura empirica e non scientifica di questo semplice “test” da cantiere, eseguibile senza l’utilizzo di specifici strumenti o attrezzature. E’ evidente che solo con apposite strumentazioni si può misurare l’effettiva resistenza a compressione di una caldana alleggerita. Ma, come si dice in questi casi, è sempre meglio prevenire che curare!


Quella che ho illustrato in questo articolo è solo una delle verifiche da poter effettuare. A breve cercherò di fornire ulteriori consigli a garanzia di un buon risultato finale.


N.B. Fonte di alcune immagini: web



by Marco Colmari