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L’epidemia Covid-19 in Italia e…

2020-07-01 09:02:14

La “fase 3”: cosa succederà alla ripresa della scuola?

Quello in copertina è un grafico che rappresenta fedelmente (dati ufficiali resi pubblici dal Ministero della Salute) l’evoluzione dell’epidemia del virus Covid-19 in Italia, a partire dal 20 febbraio 2020 fino ad oggi (30 Giugno 2020).


Il grafico parla da solo e non c’è bisogno di molti commenti o spiegazioni: ognuno può fare le proprie analisi e le proprie considerazioni. Vorrei comunque attirare l’attenzione su quello che è stato il primissimo provvedimento adottato dal nostro governo in data 05 marzo 2020: la chiusura delle scuole. Si è trattato di una decisione drammatica, seguita subito dopo da quella ancor più drammatica del cosiddetto “Lock down”.

Perché una decisione del genere? Perché l’immediata chiusura delle scuole?

La risposta è abbastanza ovvia: si è ritenuto che la chiusura delle scuole in primis, e subito dopo l’imposizione del “distanziamento sociale rigoroso”, fossero la misura più efficace per permettere una diminuzione della diffusione e trasmissione del virus. 

Ad oggi nessuno può dire cosa sarebbe successo senza tali provvedimenti. Il virus avrebbe comunque seguito il comportamento evidenziato nel grafico? Oppure il sistema sanitario italiano sarebbe collassato ed il virus sarebbe “esploso”, con un numero ben diverso di persone contagiate e di persone decedute? Avremmo avuto uno scenario catastrofico?

Una cosa è certa: la scuola, a qualsiasi livello, ordine e grado, non può assolutamente evitare il contatto sociale tra gli studenti. Le attività didattiche non possono prescindere da questo. 

Provate a pensare alle malattie per cui ci siamo vaccinati da piccoli e quelle per cui esistono oggi i “più o meno contestati” vaccini obbligatori. Non è forse vero che i nostri figli contraggono quasi tutte le malattie a scuola, per poi portarle in famiglia? E non è forse vero che quella che per lo studente è una banalissima influenza, una volta portata all’interno delle mura domestiche, può diventare per noi adulti o per gli anziani qualcosa di più duro da superare o da sconfiggere?

 

La fase 3: la riapertura delle scuole

Fortunatamente, ad oggi, sembra che l’epidemia di Covid-19 sia in via di risoluzione. Questo è almeno quello che si può leggere attraverso il grafico proposto in copertina.

A mio parere, però, c’è qualcosa di potenzialmente pericoloso che ci attende a Settembre: la riapertura delle scuole!

La domanda che mi sono posto è la seguente:

 

Gli edifici scolastici in Italia sono adatti a garantire la qualità e la salubrità dell’aria?

La risposta è: ASSOLUTAMENTE NO

Voglio riportare i risultati di una ricerca condotta dalla Libera Università di Bolzano, dal titolo “IL CAMBIAMENTO E’ NELL’ARIA”. 

La ricerca è stata portata avanti tra Luglio 2019 e Giugno 2020 (a parte i mesi di lock down). In 5 classi e 20 ambienti di un Istituto scolastico in provincia di Roma sono stati installati novanta sensori (ancora in funzione), per la misurazione dei dati di temperatura, umidità, concentrazione di CO2 e illuminazione. Si tratta di parametri che forniscono un’indicazione sulla qualità dell’aria all’interno di un ambiente, e sulla conseguente capacità di concentrazione e livello di apprendimento degli studenti. Quelle che seguono sono alcune delle osservazioni finali della ricerca:

  • Negli edifici scolastici italiani studenti e professori respirano una “cattiva qualità dell’aria.
  • Per oltre l’80% del tempo è stata superata la soglia massima prevista di concentrazione di CO2 (900 ppm).
  • La ventilazione registrata (ricambio d’aria) è invece stata inferiore alla soglia minima per più del 95% del tempo e la ventilazione naturale (l’apertura delle finestre, per intenderci) non è sufficiente a garantire i tassi di ricambio richiesti, oltre a impattare sul comfort termoigrometrico (temperatura e umidità) e sul consumo energetico (impatto sull’impianto di riscaldamento e/o raffrescamento).

Cosa ci dice questa ricerca?

E’ necessario ed urgente intervenire per migliorare la qualità dell’aria negli ambienti scolastici. Con la riapertura delle scuole a Settembre, ci saranno 8 milioni di studenti e 800.000 insegnanti che rientreranno nelle 41.000 scuole italiane. La sanificazione degli ambienti è solo un primo e doveroso intervento, ma non è assolutamente sufficiente!

Se vogliamo veramente fare qualcosa per ridurre il rischio di contagio e soprattutto per migliorare la qualità dell’aria negli edifici scolastici (che incide sia sulla salute che sul rendimento degli studenti) sono necessari ulteriori interventi.

Come potremmo migliorare la qualità dell’aria nelle scuole?

Sinceramente non capisco perché in Italia, nel 2020, non sia stato ancora adottato un provvedimento legislativo che imponga l’adozione dell’Impianto di Ventilazione Meccanica Controllata nelle scuole, associato ad un filtro elettrostatico che trattenga qualsiasi impurità dell’aria: pollini, allergeni, polvere, batteri, funghi, spore di muffe, polvere di toner, virus, nanoparticelle, gas di scarico. 

Per chi volesse approfondire le proprie conoscenze sull’impianto VMC e sul suo funzionamento, suggerisco il seguente articolo:

Per chi volesse approfondire le sue conoscenze sul funzionamento del filtro elettrostatico, suggerisco il seguente articolo:

Mi rendo conto che gli edifici scolastici italiani sono per la maggior parte vetusti e poco adatti ad accogliere un impianto VMC di tipo tradizionale o canalizzato. Ma in casi del genere sarebbe comunque auspicabile l’adozione della Ventilazione Meccanica Puntuale a doppio flusso continuo (oppure i sistemi cosiddetti “ibridi”): non riusciremmo a filtrare anche i virus… ma sicuramente riusciremmo a garantire una qualità dell’aria nettamente superiore.


Per chi volesse approfondire le sue conoscenze sulla Ventilazione Meccanica Puntuale a doppio flusso continuo, suggerisco il seguente articolo:

Quali provvedimenti adottare?

Insomma… la riapertura delle scuole a settembre potrebbe rappresentare un problema. Sarebbe importante cominciare a pensare seriamente ad un controllo della concentrazione nell’aria della carica virale. In fin dei conti si tratta di un “contaminante” esattamente come l’anidride carbonica CO2. 


Il governo italiano si è preoccupato di tentare di rilanciare la nostra economia con un provvedimento come quello del “Super Ecobonus-Sismabonus al 110%”, che ad oggi presenta moltissime criticità ed incertezze. Mettere mano, con urgenza, anche sul parco edilizio scolastico esistente, imponendo per legge un corretto ricambio dell’aria negli ambienti dovrebbe essere una priorità che va a braccetto con il rilancio dell’economia: 

  • Ci sarebbero migliaia di interventi da realizzare nei pochi mesi che precedono la riapertura delle scuole, una vera e propria “boccata d’ossigeno” per molte aziende del settore edilizio e impiantistico.
  • Con il controllo della qualità dell’aria negli ambienti scolastici, riusciremmo a contenere anche la carica virale in tali ambienti, ostacolando la ripresa di un virus che ha già dimostrato tutta la sua pericolosità.

Garantendo un’aria più respirabile per studenti e professori, miglioreremmo la concentrazione e il rendimento scolastico.

In fin dei conti… gli studenti rappresentano la “nursery” della nostra economia. Sarebbe stupido non investire nella scuola! Così come sarebbe stupido trascurare degli ambienti dove il Covid-19 può trovare una via facile per un suo temuto ritorno!


N.B. Fonte di alcune immagini: freepik

by Marco Colmari
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