Storia, archeologia ed etnologia

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I trabocchi

2019-09-03 13:37:35

Il trabocco è un'antica macchina da pesca tipica delle coste abruzzesi, molisane e pugliesi. È presente anche in alcuni punti della costa del basso Tirreno. I trabocchi sono testimoni di un’antica civiltà legata alla pesca e al mare. Ora ti racconti i miei amati e cari trabocchi abruzzesi.

In queste ataviche e strane palafitte un tempo vi abitavano le famiglie dei pescatori più poveri della zona. I trabocchi assicuravano alla gente di mare stabilità in quanto vi si poteva pescare senza allontanarsi dalla costa. 

Significato

Ci sono tante accezioni di significato legate al trabocco e ciò è dovuto dalle aree geografiche in cui la macchina è insediata, Il termine trabocco è stato di fatto italianizzato e proviene dal dialetto ‘travocche’, forse derivante dal latino ‘trabs’: legno, albero, casa. Per qualcuno la parola potrebbe derivare dal ‘trabocchetto’ che si tende al pesce, per altri dalla tecnica di conficcare i pali tra gli scogli, ‘tra i buchi’, oppure ancora dal cosiddetto ‘trabiccolo’ usato nei frantoi per spremere le olive, molto simile all’argano che è situato sul trabocco.


Com'è fatto

Il trabocco è un’imponente costruzione realizzata in legno di pino d’Aleppo tipico delle zone del medio Adriatico, modellabile, capace di resistere alla salsedine e alle forti raffiche di maestrale che battono l’Adriatico. E' costituito da una piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall’acqua, due o più lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un’enorme rete a maglie strette: la“bilancia”. La diversa caratterizzazione della linea costiera ha definito la distinzione di diverse tipologie in base alla regione: in Abruzzo è posizionata trasversalmente rispetto alla costa cui è collegata da passerelle.

Come si pesca

La tecnica di pesca è a vista e consiste nell’intercettare, con le grandi reti a trama fitta, i flussi di pesci che si spostano lungo gli anfratti della cost . Occorre una grande perizia da parte del traboccante che è un artigiano di grande ingegno; questi posiziona i trabocchi là dove il mare presenta una profondità adeguata di almeno 6m a ridosso di punte rocciose orientate in genere verso Sud Est o Nord Ovest, in modo da poter sfruttare favorevolmente le correnti. La rete a bilancia, viene calata in acqua grazie ad un complesso sistema di argani e poi prontamente tirata su per recuperare il pescato. Ad almeno due traboccanti è affidato il duro compito di azionare gli argani preposti alla manovra della gigantesca rete. Sul trabucco operano in norma quattro uomini che si dividono i compiti di avvistamento del pesce e di manovra.

La storia

Non si conosce il periodo in cui furono inventati i trabocchi, si sa solo che sono molto antichi. Probabilmente la loro invenzione è stata originata dalla paura che l’uomo provava, una volta, nell’avventurarsi, per la pesca, in mare aperto: era più comodo e più sicuro, “pescare da fermo”, da una piattaforma stabile, collegata alla terra ferma da una passerella in legno.

Dove ammirare i trabocchi

I trabocchi sono presenti in diverse zone dell'Abruzzo teatino nel tratto che va da Punta Acquabella nel comune di Ortona fino a Vasto. Eccone alcuni: Trabocco Fosso Canale a San Vito Marina; Trabocco Punta Cavalluccio, Punta Isolata e Punta Tufano a Rocca San Giovanni; Trabocco Punta Palombo e Punta Rocciosa a Fossacesia. Questi sono tutti trabocchi di scoglio, tuttavia ci sono anche i Trabocchi di molo nei porti di Pescara, San Vito e Vasto. Tracce di trabocco di fiume rimangono lungo il Pescara e alla foce del Sangro.

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