Storia, archeologia ed etnologia

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Breve storia del fine settimana (parte 3)

2020-02-22 16:04:55

La storia del fine settimana continua con il weekend dei paesi islamici.

Nei paesi islamici il giorno obbligatorio di festa per motivi religiosi è il venerdì, quindi il fine settimana può essere composto da giovedì più venerdì o da venerdì più sabato. Quest’ultima, venerdì più sabato, è quella più comoda se si vogliono fare affari e avere relazioni con i paesi occidentali: soltanto il venerdì e la domenica gli uffici di un paese sono chiusi mentre quelli dell’altro sono aperti. Questo lascia 4 giorni a settimana per fare affari.

Il fine settimana per metà in comune con quello occidentale venne adottato sin dalle prime leggi in materia in paesi come l’Egitto, da alcuni stati della Malesia e dal Bangladesh, che già nell’Ottocento erano protettorati dell’Impero Britannico (il primo di fatto e i secondi anche formalmente). Altri paesi musulmani adottarono – e mantengono tuttora – un fine settimana come il nostro, fatto da sabato e domenica.

Il fine settimana “all’occidentale” c’è in Indonesia, Libano, Pakistan, Tunisia, Marocco e Turchia. I primi sono tutti paesi che tra l’Ottocento e la fine della Prima guerra mondiale diventarono colonie o “mandati” delle potenze coloniali europee, mentre la Turchia uscì dalla Prima guerra mondiale con un governo laico e filoccidentale (che oltre al fine settimana occidentale impose, ad esempio, anche l’utilizzo di caratteri alfabetici latini al posto di quelli arabi). La Malesia, ex colonia britannica, ha fine settimana diversi a seconda delle varie regioni, ma in ogni caso la scelta è tra venerdì e sabato o sabato e domenica.

Molti altri paesi musulmani, quando raggiunsero l’indipendenza, cambiarono i loro fine settimana secondo una configurazione più congeniale al venerdì di festa, ovvero con un giovedì di vacanza per prepararsi al venerdì di preghiera – una scelta fatta in alcuni casi anche per prendere le distanze simbolicamente dai vecchi dominatori coloniali. Questi paesi vanno dall’Algeria agli Emirati Arabi Uniti e comprendono la grande maggioranza dei paesi del Nordafrica e del Medio Oriente. Quasi tutti, però, nel corso degli anni 2000, sono tornati al fine settimana fatto da venerdì più sabato.

Questo grande cambiamento, al quale si è adeguato anche l’Oman, è stato guidato dai paesi del Golfo Persico. Il centro finanziario di Dubai, ad esempio, aveva diversi problemi con il vecchio fine settimana. Andando in vacanza di venerdì e anche di giovedì si trovavano con soltanto tre giorni a settimana per potere stringere affari, ad esempio, con Wall Street. Al cambiamento si sono opposti molti studiosi ed esponenti del clero islamico, secondo cui imitare gli occidentali è un errore e un peccato: giudizio che troverebbe sostegno nelle raccolte dei detti di Maometto, gli Hadith, alcuni dei quali dicono “chi imita un popolo ne fa parte”.

Altri sacerdoti hanno criticato questa interpretazione prendendo altri detti, come quello che sostiene “per imparare qualcosa, arriva persino in Cina”. Altri sacerdoti si sono opposti a concedere il sabato come festivo perché è il giorno sacro per gli ebrei. In alcuni paesi queste opinioni prevalgono ancora: nello Yemen – che occupa l’angolo sudoccidentale della penisola arabica, accanto all’Oman – in Arabia Saudita e in Afghanistan il fine settimana è ancora fatto da giovedì più venerdì.

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