Storia, archeologia ed etnologia

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8 marzo: perché la mimosa è diventata il simbolo delle donne

2020-03-04 08:09:06

La storia risale al 1946 quando l’ex partigiana e neoparlamentare Teresa Mattei propose un fiore da abbinare alla ricorrenza che fosse più economico della violetta francese, tradizionalmente simbolo della sinistra europea.

La scelta ricadde sula mimosa, il fiore che i partigiani regalavano alle staffette, ma anche una specie selvatica molto facile da trovare durante il mese di marzo e quindi accessibile a tutti. Da notare che la mimosa sembra un fiore fragile, ma in realtà è molto forte e capace di sopravvivere anche in situazioni difficili.

Al di là delle specie spontanee, alcuni vivai italiani coltivano diverse varietà di mimose, classiche come Acacia dealbata, ma anche meno diffuse. Qualche esempio? La Casina di Lorenzo (a Capannori, in provincia di Lucca) e Vivaio Noaro (a Camporosso, Imperia), ma la collezione più ricca in assoluto è quella del vivaio francese Pépinières Cavatore, che si trova in località  Bormes-les-Mimosas, in Costa Azzurra, con oltre 150 specie.

Curiosità: tra le tante varietà, spicca la Mimosa pudica, detta anche “sensitiva”,  che ha la capacità di rispondere a stimoli tattili o alle vibrazioni richiudendo le foglie su sé stesse. È talmente particolare che anche il fiore, pur rimanendo “piumoso” e piccolo, come nella mimosa classica, è di colore rosa anziché giallo. Una rarità. Per donne timide.

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