Stefano Rossi

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MUSICA E NATURA - "GLI ABETI DELLA FORESTA DEI VIOLINI E IL SACRIFICIO A FAVORE DEGLI ESSERI UMANI"

2018-11-02 16:02:51

UN DRAMMATICO POST DI GIANNI PALUMBO A TESTIMONIANZA DI QUANTO ACCADUTO IN QUESTI GIORNI NELLA ZONA DELLE DOLOMITI.

Migliaia di alberi, in particolare di abeti e tra questi l'abete rosso della val di Fiemme dai quali, da secoli, si realizzano i celebri violini Stradivari, sono caduti sotto i colpi poderosi del vento.
In trentino oltre 2 milioni di tonnellate di alberi, una massa enorme che per riformarsi ha bisogno di molti decenni, è stata spazzata via da condizioni meteo estreme. Ciò che ha fortemente attutito i danni sono stati gli alberi (perchè in Trentino gli alberi ci sono e la cura del territorio è decisamente una spanna oltre buona parte del resto d'Italia) che sono caduti come birilli, a centinaia di migliaia.
Interi boschi feriti sotto le raffiche impetuose della tempesta. La pioggia non ha però potuto dilavare il terreno, quasi mai nudo (con qualche eccezione, per esempio a Dimaro e in poche altre zone, ma in maniera molto ristretta) e si è evitato il peggio. Il terreno ha tenuto e, in questo caso, si può dire che gli alberi si sono sacrificati per gli uomini.
Mi piace, per la circostanza, ricordare un modo di dire dei Sioux: "Gli alberi sono le colonne del mondo, quando gli ultimi alberi saranno stati tagliati, il cielo cadrà sopra di noi".

UN PO' DI STORIA

I violini, in Val di Fiemme, trovano la loro materia prima: gli abeti di risonanza. I maestri liutai, tra i quali Stradivari, si recavano fin qui da Cremona per acquistare i legni più pregiati, trasformandoli poi in strumenti musicali di rara perfezione, da qui il nome per la foresta di Paneveggio di "Foresta dei Violini".

Si racconta che fosse Stradivari in persona ad aggirarsi nella foresta di Paneveggio alla ricerca degli alberi più idonei alla costruzione dei suoi violini: abeti rossi plurisecolari il cui legno, grazie alla sua particolare capacità di "risonanza", forniva la materia prima ideale per la costruzione delle casse armoniche.

Il legno dell'abete rosso è infatti particolarmente elastico, trasmette meglio il suono e i suoi canali linfatici sono come minuscole canne d'organo che creano risonanza. Per questo gli alberi vengono abbattuti in luna calante, tra ottobre e novembre, quando nel tronco c'è minor quantità di linfa. Gli alberi migliori si riconoscono per gli anelli di crescita molto sottili e perfettamente concentrici, con fibre diritte e fini e scarsa presenza di nodi. Cosi almeno crescevano nel Sei/Settecento grazie al freddo intenso della Piccola Glaciazione e alla mancanza di fenomeni di degrado e proprio di essi si servirono Stradivari e i liutai cremonesi i cui strumenti raggiunsero il massimo della musicalità.

Oggi è quasi impossibile trovare esemplari così perfetti, ma la richiesta di "abeti di risonanza" non manca e dà vita ad un commercio limitato ma significativo: qualche decina di metri cubi all'anno in parte utilizzati dagli artigiani della fabbrica di tavole di risonanza per pianoforti di Tesero e dai liutai cremonesi, in parte esportati in Giappone, paese leader al mondo nella costruzione di tavole armoniche.