DNA nei bambini/e e nelle mamme in dolce attesa

La qualità della vita da adulti dipende molto da quello che succede a partire da quando siamo ancora nel grembo delle nostre mamme fino all’età di cinque anni: 

1. dipende dalla salute della mamma?
2. dipende da quello contenuto nella prima cellula, l’unione di babbo + mamma?
3. dipende da quello che mangia la mamma nella gestazione?
4. dipende da quello che mangia il neonato nei suoi primi anni?
5. dipende da quello che apprende il neonato nei suoi primi anni? 
6. dipende dalla casualità dell’ambiente che lo circonda?
7. dipende dalla precisa manipolazione dell’ambiente che lo circonda?  
8. dipende dal destino e/o dalla dea bendata?

La risposta è molto, ma molto complessa e variegata, in letteratura troviamo studi eccellenti che dicono tutto e il contrario di tutto… tutti indicano che durante la gestazione bisogna fare A, durante il primo anno B, durante il secondo C e via dicendo… per poi arrivare alla fine degli studi e proclamare che ogni bambino è unico e cresce al proprio ritmo!

Il primo sorriso, il primo dentino, il primo passo, il primo “ciao ciao” con la manina sono secondo la scienza legata al DNA aspetti umani che arrivano ad una velocità scritta nel nostro codice genetico, la cosa più personale che un essere umano possiede e che non cambia per tutta la vita.

Il DNA viene fatto in età adulta (l’essere umano è già formato!), modificare gli stili di vita in tarda età è una cosa difficilissima se non impossibile a meno di una forte motivazione che solo in pochi possiedono… pochissimi si sottopongono al test genetico quando sono bambini (l’essere umano deve ancora formarsi!) … cambiare è facile in quel periodo perché i bambini sono come delle spugne, sono vergini biologicamente e indirizzati per le qualità con cui sono venuti al mondo assorbono tutto con molta facilità e velocità.

Albert Einstein amava dire che un pesce non deve essere giudicato per il modo in cui si arrampica su un albero, ma per il modo in cui si muove nell’acqua… alla stessa stregua un bambino indirizzato ad un apprendimento precoce senza sapere per cosa è portato o peggio nutrirlo con i migliori alimenti che il solone di turno propone alla TV senza sapere se il bambino possiede gli enzimi necessari per assimilare tanto ben di DIO è spesso fatica sprecata e soprattutto si commette l’errore grossolano di giudicare il bambino per bravo o buono solamente perché è in grado di accendere il computer a 3 anni o perché mangia senza fare storie (solo perché possiede gli enzimi per quello che deve digerire e poi assimilare!).

Quando fare il Test Genetico?

L’ideale è farlo alla mamma dopo i primi mesi di gravidanza, in modo da poter gestire l’alimentazione delle ultime sei settimane, quelle che la scienza indica come le più importanti per il futuro essere umano e “Futuro Sportivo Sano”. 

Il bambino andrebbe sottoposto al test genetico il prima possibile, appena riesce a tenere in bocca il tampone per prelevare la saliva… comunque non più tardi dei 5 anni!

La mia esperienza personale però consiglia di farlo anche in altre fasce di età perché i benefici sono notevoli e non solo per le performance, ma soprattutto per la salute e il benessere in fase di crescita.

Tra le tante esperienze che mi sono capitate in questi anni legati ai test sul DNA di intere famiglie, cito la famiglia DONATO, portatrice della più significativa esperienza perché oltre che essere una famiglia di sportivi top level, sono stati anche cavie sottoposte ad un lungo percorso indicato dal progetto sperimentale DNA & SPORT METHOD.

Test genetico a papà Fabrizio Donato capitano della nazionale di atletica leggera e ultima medaglia olimpica azzurra in atletica,

Test genetico a mamma Patrizia Spuri ex atleta nazionale del 400 – 800 mt

Test genetico alla figlia Greta Donato… talento giovanile

Il lavoro di ricerca durato 2 anni è stato pubblicato a maggio 2020

https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/sport-e-hobby/387221/dna-sport-life-4/

In conclusione, dopo quattro anni di ricerca sul DNA posso asserire che i test sul DNA di atleti in giovanissima età e quelli rarissimi sulle mamme in dolce attesa sono stati quelli con più risultati rispetto alle aspettative.