Lo sport è libertà, è vita!!!
COVID-19 e attività sportiva
Benefici dell’attività sportiva sull’organismo , comportamenti da adottare in tempo di coronavirus.
Nella letteratura scientifica sono presenti chiare e numerose evidenze a sostegno di come l’attività fisica regolare produca significativi effetti sulla salute, riducendo il rischio di morte prematura per tutte le cause, in particolare quelle cardiocircolatorie in soggetti asintomatici sia maschi che femmine.
Gli effetti dell’attività fisica sull’organismo umano sono in relazione alla risposta funzionale immediata e all’adattamento nel tempo in rapporto all’intensità e alla ripetizione dello stimolo.
Entrambi questi indici sono collegati al tipo di stimolo e all’impegno dell’apparato neuromuscolare, cardiocircolatorio e metabolico.
Si riscontrano inoltre effetti positivi dell’esercizio fisico anche a carico del sistema nervoso centrale e quindi sulla condizione psichica del soggetto, con un miglioramento dell’umore, della sensazione di benessere, controllo dell’ansia e della depressione. Di contro, una recentissima rassegna, che ha esaminato più di venti ricerche sulla quarantena durante le epidemie di SARS, MERS, Ebola e altre malattie, ha documentato gli effetti psicologici negativi legati a situazioni innaturali come la limitazione delle attività all’aperto e la costrizione in spazi chiusi.
Si sono riscontrati sintomi del disturbo da stress post-traumatico (PTSD), rabbia, insonnia, angoscia, depressione, disorientamento ed esaurimento emotivo anche in seguito al periodo di quarantena. Tutto ciò con conseguenze negative sulla psiche degli individui, con esacerbazione delle dipendenze e dell’alcolismo, e anche sul sistema immunitario.
La pratica di molti sport, individuali soprattutto e all’aria aperta, può e deve essere consentita quanto prima essendo ormai acclarato che il virus non perdura in aria negli spazi aperti. E questo non significa allentare le misure di contenimento, ma al contrario produrre un incremento di protezione della comunità, proprio in un’ottica complessiva di salute e di sanità pubblica.
In questo senso, lo sforzo delle istituzioni, dei ministeri dello sport e della salute, delle società scientifiche e delle federazioni sportive deve essere collegiale, univoco ed immediato, al fine di proporre norme e raccomandazioni generali per l’attività sportiva.
Innanzitutto ci si deve impegnare nella distinzione tra luoghi dove è possibile praticare attività motoria, non generalizzando più le chiusure di parchi ad esempio, ma studiando e normando con attenzione i diversi contesti: grandi, medi, piccoli parchi; grandi, medie e piccole aree verdi; caratteristiche dei centri sportivi; sede di queste aree.
Non dovrebbero più essere limitate attività individuali come il jogging o il ciclismo, ampliando da un lato la possibilità di spostamento dalla propria abitazione, dall’altro le distanze da rispettare in caso d’incontro con altre persone, ed essendo tassativi in alcune norme, quali ad esempio evitare di svolgere attività in compagnia, non correre o andare in bicicletta sulla scia di altri e comunque mantenendo distanze superiori a 10 metri, al fine di escludere anche la minima possibilità di contagio.
Questo tipo di approccio potrebbe rendere possibile in questi sport anche la ripresa dell’attività agonistica senza pubblico.
Infine, è necessario raccomandare o addirittura imporre con ordinanze nazionali l’utilizzo di mascherine in qualsiasi luogo extra-domiciliare per tutta la popolazione, e proporre in tutti gli sport l’utilizzo delle mascherine sportive di protezione, lavabili e dotate di filtri sostituibili. In questo modo si riuscirebbe a ridurre ulteriormente e drasticamente il rischio di contagio a fronte di un ampliamento della possibilità di praticare attività ludiche e sportive all’aria aperta.
E’ da ritenersi di fondamentale importanza la precoce attuazione di quanto proposto, insieme ad una sana pressione sociale su una comunità consapevole in tutti i suoi attori, che deve essere costantemente e correttamente formata e responsabilizzata, rendendosi così pronta ad affrontare le nuove richieste di adattamento che l’emergenza sanitaria in questione le impone.