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APPLICAZIONI DELLO STRETCHING :LE RETRAZIONI ''FUNZIONALI''

2020-04-16 15:19:33

In questo articolo vengono spiegate in maniera scientifica le retrazioni ''funzionali'' dei muscoli e le implicazioni sul sistema muscolo-scheletrico. Da una prima spiegazione si va a un esempio pratico .

Le retrazioni funzionali


Si pensi alla difficoltà di reimparare a camminare normalmente per chi abbia portato un'ingessatura a un arto inferiore anche solo per poche settimane: almeno per qualche giorno, in particolare quando la sua attenzione è rivolta altrove , la persona tenderà camminare come si portasse ancora gesso.


Ciò implica che quando un muscolo aumenta il suo tono e/o si accorcia, questo cambiamento di stato porta a una alterazione funzionale della biomeccanica delle articolazioni su cui esso si inserisce e dà pertanto luogo a una serie di adattamenti compensatori da parte di tutti gli altri muscoli coinvolti nella meccanica dell'articolazione in questione, sinergici e antagonisti.

Con lo stesso meccanismo, tale disfunzione potrà propagarsi a catena lungo le articolazioni collegate a quella disfunzionale, determinando alla fine un assetto posturale globale che esprimerà l'adattamento dell'intero sistema muscolo-scheletrico alla disfunzione originaria.


Questo meccanismo disfunzionale si organizza perché esso presenta qualche vantaggio compensatorio, per per quanto temporaneo, per l'organismo esso viene appreso, e nella maggior parte dei casi tenderà rimanere operante anche quando il vantaggio sarà del tutto venuta a cessare.

 Molto spesso si verifica che un muscolo si accorcia o va in spasmo cronico per garantire l'equilibrio di un'articolazione in seguito potenziamento di un antagonista che lavora sul versante biomeccanico opposto.


Questo è il caso di molti muscoli che vengono impiegati per garantire la postura eretta nell'uomo: a titolo di esempio, si pensi al rapporto di forza che si sviluppa nella deambulazione tra il quadricipite femorale QF  e il gruppo degli ischiocrurali IC (semimembranoso ,bicipite femorale e semitendinoso), che ne sono antagonisti per la flessione della coscia sul tronco. 


La deambulazione in postura eretta antigravitaria richiede una flessione attiva dell'arte inferiore sul tronco con successivo sollevamento del piede a terra: questa azione avviene principalmente mediante la contrazione del QF, immediatamente seguita da una contrazione del tricipite della sura TS e dei flessori plantari FP dell'arto opposto per sostenere la spinta in avanti del bacino e quindi del baricentro. 
Le due azioni si alternano poi sul lato opposto se l'azione di deambulazione continua. Si tratta, ovviamente, di una descrizione molto grossolana, soprattutto qualora si pensi che un'azione di questo tipo implica uno spostamento del baricentro nello spazio e quindi un adattamento di tutta la muscolatura del corpo per mantenere la postura eretta.


 Tuttavia, quello che ci interessa considerare qui, in questo modello di deambulazione, è che l'azione di sollevare l'arto da terra si svolge contro la forza di gravità e necessita quindi di una contrazione attiva del QF. Ciò significa che essa non necessita, per essere efficace ,di una contrazione attiva degli IC, che invece effettueranno solamente una semplice variazione di tono per mantenere l'equilibrio del bacino sui femori e fornire un punto fisso di ancoraggio al bacino che altrimenti verrebbe trascinato in antiversione dalla contrazione del QF. 
È interessante notare che nella vita di tutti i giorni riceviamo milioni di stimoli incontrare attivamente il QF, che quindi continua a rinforzarsi e diventa ,nella persona adulta, il muscolo dotato di maggior massa in tutto il corpo. Come abbiamo visto, quindi il gruppo degli IC si trova ad antagonizzare passivamente la tendenza del QF a portare in antiversione il bacino; naturalmente, poi, questa tendenza è in atto anche quando non si cammina, perché il continuo allenamento cui il QF viene sottoposto oltre a potenziare la forza ne aumenta anche il tono.


Il gruppo degli IC ha l'unica possibilità di svolgere il suo ruolo attraverso un'attività di contrazione tonica che attiva il circuito gamma e tiene il muscolo in una specie di stato di contrazione permanente che ne determina l'accorciamento e la perdita di elasticità. Questo fenomeno di retrazione, prolungandosi nel tempo, dà luogo anche a vere e proprie trasformazioni strutturali del muscolo, come l'aumento della componente connettivale a scapito di quella muscolare contrattile. L'esistenza di tale retrazione si può verificare facilmente quando si chiede al soggetto che ne è affetto di effettuare una flessione del tronco in avanti (figura in basso): la retrazione degli IC frenerà l'antiversione del bacino e quindi la flessione lombare, a tal punto che per aumentare la propria possibilità di flessione egli dovrà arretrare il bacino di molto, in modo da ottenere una flessione compensatoria a livello del rachide dorsale. Questo tipo di compenso sarà molto più evidente in chi pratica abitualmente attività fisiche o sportive che hanno per conseguenza marcato potenziamento dei QF , ad esempio i calciatori e i giocatori di hockey su ghiaccio:quando questo tipo di squilibrio si presenta in modo spiccatamente asimmetrico, per esempio molti calciatori che usano in modo preferenziale uno solo dei due arti per calciare, esso può determinare squilibri tali nella biomeccanica del bacino da determinare patologie muscolo-articolari seriamente invalidati che, come la pubalgia, possono essere veramente difficile da curare se non si lavora in prima istanza a correggere lo squilibrio di tensioni muscolari che le hanno provocate.