Speranza Borrelli

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Riscaldamento globale.

2019-03-07 17:27:29

Riscaldamento globale, l'aumento delle zone umide può essere positivo. Se da un lato si prevede lo sconvolgimento degli habitat naturali, dall'altro l'innalzamento delle zone salmastre può contribuire a immagazzinare CO2. Con il riscaldamento globale, le zone umide costiere si alzeranno. Ma l’innalzamento del livello del mare, spiega uno studio dell’Università di Wollongong (Australia), potrebbe essere paradossalmente positivo: le barriere salmastre infatti possono catturare e immagazzinare grandi quantità di anidride carbonica (CO2). Allo stesso tempo, però, un altro studio, pubblicato sulla rivista Nature Microbiology, avverte: entro il 2050 il clima dei nostri territori cambierà radicalmente. In particolare il Sud Italia diventerebbe una zona tropicale, habitat ideale delle zanzare che trasmettono la febbre gialla. Il team scientifico dell'Università di Wollongong ha studiato il carbonio immagazzinato in oltre 300 barriere salmastre in sei continenti, raccogliendo i dati degli ultimi 6.000 anni. Nello studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, gli scienziati hanno scoperto che, in tutte le epoche, l'innalzamento del livello del mare ha avuto una correlazione diretta con la quantità di anidride carbonica (CO2) che queste zone umide possono catturare e immagazzinare.

La CO2

Riscaldamento globale, l'aumento delle zone umide può essere positivo. Se da un lato si prevede lo sconvolgimento degli habitat naturali, dall'altro l'innalzamento delle zone salmastre può contribuire a immagazzinare CO2


Con il riscaldamento globale, le zone umide costiere si alzeranno. Ma l’innalzamento del livello del mare, spiega uno studio dell’Università di Wollongong (Australia), potrebbe essere paradossalmente positivo: le barriere salmastre infatti possono catturare e immagazzinare grandi quantità di anidride carbonica (CO2). Allo stesso tempo, però, un altro studio, pubblicato sulla rivista Nature Microbiology, avverte: entro il 2050 il clima dei nostri territori cambierà radicalmente. In particolare il Sud Italia diventerebbe una zona tropicale, habitat ideale delle zanzare che trasmettono la febbre gialla. 

Il team scientifico dell'Università di Wollongong ha studiato il carbonio immagazzinato in oltre 300 barriere salmastre in sei continenti, raccogliendo i dati degli ultimi 6.000 anni. Nello studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, gli scienziati hanno scoperto che, in tutte le epoche, l'innalzamento del livello del mare ha avuto una correlazione diretta con la quantità di anidride carbonica (CO2) che queste zone umide possono catturare e immagazzinare.

La CO2 è considerata in gran partere sponsabile dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale. La capacità delle paludi di marea fangose di trattenere il carbonio, ha spiegato l'autore principale dello studio, Kerrylee Rogers, "ha un duplice vantaggio: innanzitutto rimuove la CO2 dall'atmosfera, mitigando le emissioni di gas serra. Inoltre, il carbonio organico accumulato aumenta l'altezza delle zone umide con l'innalzamento del livello del mare".

Secondo lo studio, le paludi salmastre sulle coste dell'Australia, della Cina e del Sud America potrebbero essere i "giganti addormentati del sequestro del carbonio". Raddoppiare il sequestro in queste aree equivarrebbe a togliere più di un milione di automobili dalla strada. "Lo sdoganamento e la bonifica di queste zone umide" potrebbero compromettere i benefici di questo fenomeno, ha dichiarato Rogers secondo cui "la conservazione delle zone umide costiere fondamentale per il sequestrare il carbonio e mitigare i cambiamenti climatici".

Ma il cambiamento climatico, con conseguente innalzamento delle zone umide, porterà un radicale stravolgimento dei nostri ecosistemi – almeno secondo un altro studio internazionale, pubblicato su Nature Microbiology e coordinato dal Boston Children’s Hospital. Entro il 2050 quasi una persona su due (il 49%) abiterà negli habitat ideali delle zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus, quelle che trasmettono febbre gialla, dengue, zika e chikungunya. Ciò, a causa del surriscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra.

L'allarme è anche legato a una parte del Sud Italia. "Se non viene intrapresa alcuna azione per ridurre il tasso attuale di riscaldamento, si apriranno sacche di habitat in molte aree urbane", dice Moritz Kraemer, uno dei ricercatori che hanno condotto l'analisi, che vede anche la firma dell'Università di Washington, della London School of Hygiene e Tropical Medicine, dell'Università di Oxforde della Université Libre de Bruxelles. Il team ha raccolto dati storici sulle distribuzioni di Aedes aegypti e Aedes albopictus in oltre 3.000 luoghi in Europa e negli Stati Uniti, risalenti agli anni Settanta e Ottanta e li hanno proiettati al 2020, 2050 e 2080. I modelli suggeriscono come nelle attuali condizioni climatiche e di densità di popolazione, entrambe le specie di zanzare continueranno a diffondersi a livello globale nei prossimi decenni. Si prevede che l'Aedes aegypti si diffonderà prevalentemente all'interno della fascia tropicale, ma anche nelle nuove aree temperate degli Stati Uniti e della Cina, raggiungendo il Nord fino a Chicago e Shanghai entro il 2050. L'Aedes aegypti diminuirà negli Stati Uniti centro-meridionali e nell'Europa orientale, che i modelli climatici prevedono diventeranno più aridi. Non è previsto che raggiunga l'Europa a eccezione di alcune parti dell'Italia meridionale e della Turchia. Aedes albopictus, invece, si prevede che si diffonderà ampiamente in tutta Europa, raggiungendo in ultima analisi ampie aree della Francia e della Germania nei prossimi 30 anni.