Il canto gregoriano

Il canto gregoriano è la preghiera cantata della liturgia romana. E’ caratterizzato dall’utilizzo della lingua latina e dall’assenza di accompagnamento strumentale ed è considerato opera di Dio e opera dell’uomo in quanto, in questi canti, la voce dello Spirito Santo si serve di mezzi umani (la lingua latina e le melodie) per accedere al cuore degli uomini. I testi dei brani si ispirano direttamente alla Sacra Scrittura, e vengono adattati alle diverse circostanze liturgiche, cui corrisponde una particolare forma musicale che ne esalta la specificità. Nonostante una prima apparente impressione di estraneità o di difficoltà, legata più che altro alla lingua latina e alla notazione musicale diversa da quella moderna, si può constatare facilmente come la maggior parte delle melodie gregoriane, perlomeno quelle destinate al canto della comunità, siano alla portata di tutti: l’estensione vocale è contenuta, le strutture melodiche facilitano la memorizzazione e l’assenza della polifonia rende agevole unirsi al coro.

L’origine del canto gregoriano si può collocare storicamente tra l’VIII e il IX secolo. La tesi oggi maggiormente accreditata sostiene che esso sarebbe stato il frutto dell’intesa tra papato e potere politico per garantire alle regioni del neonato Sacro Romano Impero un’unità religiosa e liturgica, oltre che politica. A partire dal 1300 circa però, la nascita della polifonia e delle nuove forme musicali del quattro-cinquecento andarono ad influenzare le melodie gregoriane, che iniziarono a subire progressive modificazioni per adattarsi ai costumi del tempo. Ma nei primi decenni del XIX secolo, per intuizione dell’abate dom Prosper Guéranger, i monaci benedettini dell’abbazia francese di Solesmes iniziarono una paziente e meticolosa opera di restaurazione liturgica e musicale delle melodie gregoriane, riportando così al suo primitivo splendore il canto sacro della Chiesa romana. (fonte: benedettine isola san giulio)