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Avvocati e Social media, la caccia ai clienti è online

2020-05-16 10:17:26

Le professioni legali faticano ad andare avanti, così per avvocati e praticanti si aprono le strade dei social media per incrementare il lavoro e cercare clienti.

Gli avvocati che utilizzano i social media per motivi promozionali e per cercare clienti sono in continua crescita. Utilizzare i social network è un modo veloce, economico e su larga scala per reperire clienti e far conoscere il proprio nome o quello del proprio studio.

A dire il vero fino al 2015 il Codice deontologico degli avvocati vietava categoricamente la pubblicità online, cosa che non rispondeva più alle esigenze di mercato. Infatti l’aumento della concorrenza e delle specializzazioni legali possono disorientare il cliente, mentre la ricerca su Internet è mirata e indirizzata anche in base a quanto si è disposti a spendere.

Avvocati, superato il vecchio divieto di farsi pubblicità sui Social

Per gli avvocati e le professioni legali in genere si è aperta da qualche anno una nuova era: quella della pubblicità online grazie ai social media, finalizzata a cercare clientela bisognosa di pareri e assistenza legale.

Dal 2015 fino ad oggi sia i singoli avvocati che gli studi associati che si promuovo online sono tantissimi e crescono senza tregua, coinvolgendo tutti i social network, se lo fanno i politici perché non potrebbero gli avvocati?

Consulenze legali: l’avvocato arriva su Amazon

Amazon ha creato un piattaforma per avvocati, simile a quelle già esistenti per le professioni mediche, anche se l’iniziativa è stata criticata duramente. Come ogni cosa, la pubblicità online degli avvocati ha vantaggi ma c’è il rischio di perdere il contatto umano con il cliente e di farsi influenzare dalle recensioni altrui.

In poche parole, il sistema di filtri di Amazon permette di snellire la ricerca in base alla somma che si è disposti a spendere, alla specializzazione, al luogo in cui il legale esercita e così via. Inoltre l’ipotetico cliente potrebbe anche consultare le recensioni degli altri utenti e la valutazione in stelline.

Molti hanno subito parlato di una vergognosa mercificazione dell’avvocato; tuttavia piattaforme come queste sono una realtà già affermata per medici, infermieri a domicilio, babysitter e molte altre professioni.

C’è il rischio che l’utente si faccia influenzare troppo dai commenti e delle recensioni altrui, i quali possono rivelarsi falsi, esagerati o comunque non pertinenti, ma questo vale per tutte le piattaforme online di professionisti e non solo per gli avvocati. Si tratta del generico rischio legato all’acquisto di prodotti e servizi in rete e non solo sulle prestazioni legali.

Farsi pubblicità sui Social, poche regole da seguire

In un’era dove l’informazione passa da Internet e le ricerche di prodotti e servizi si fanno tramite smartphone, anche per gli avvocati si aprono le strade della pubblicità online.

Ogni Social network è un valido mezzo per presentare se stessi, il proprio studio e, per chi lo voglia, fornire dei consigli legali e orientare il cliente nella scelta dell’avvocato più adatto.

Come abbiamo anticipato il divieto di farsi pubblicità online è decaduto nel 2015, ma questo non significa che non ci siano delle regole da rispettare. In primo luogo l’avvocato o il praticante in cerca di clienti o notorietà deve attenersi ai principi del codice deontologico forense, vale a dire non offendere l’ordine con materiale poco consono alla professionalità acquisita e all’incarico rivestito. A questo si aggiunge che non potranno essere divulgate informazioni volutamente inesatte o screditare la professionalità altrui, in altre parole mettere in pratica atti di pubblicità scorretta.


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