Bonaria Manca

Ci prendiamo un caffè?

2019-10-12 20:00:45

Ho sempre avuto un debole per i caffè, per quegli incontri, quasi sempre informali, che si svolgono davanti a quella piccola, confortante tazzina il cui contenuto per molti di noi è tante cose insieme.

Quella calda bevanda scura porta con sé tanti significati, diversi per ognuno di noi ma molto simili: risveglio, energia, pausa, gusto, necessità… 

Il bello del caffè è che lo si può bere da soli senza sembrare strani, senza dare l’impressione di essere dei solitari, e di conseguenza quando si sceglie di condividere quel momento con qualcuno, ha un che di speciale. 

Un caffè insieme è l’incipit di tante storie di amicizia, di amore, di flirt e di relazioni. Un caffè può durare 10 minuti, mezz’ora, un pomeriggio intero…o tutta una vita.

Un caffè è conoscersi, confrontarsi, discutere del tempo come dell’ultimo fatto di attualità, parlare dell’ultima grana sul lavoro o della partita di Champions, dell’ultimo gossip sull’amica in comune, dei progetti per il week-end come del senso della vita. E’ scoprire che il film di ieri sera è piaciuto a tutti e due, che non vedete l’ora che sia finita la giornata e che sì, Parigi con la pioggia ha un fascino unico. 

Caffè è parlare tra amiche degli uomini che non capiamo o tra amici di quanto siano storte le donne, del collega che è sempre più magro, di quel nuovo locale appena aperto, della nuova borsa della stagione o del lavoro accumulato sulla scrivania. 

Ed è anche incontrarsi tra innamorati, nel mezzo della giornata lavorativa, per scambiarsi un sorriso complice, una battuta, un abbraccio, uno sguardo, tutte cose che vogliono dire “sì, ci sono” e che confortano, e poi via di nuovo ognuno ai propri impegni. 

Un caffè è parlare delle nostre realtà quotidiane e dei sogni nel cassetto, dei problemi e delle gioie… un caffè è provare a prendere la vita con leggerezza, con un sorriso, nonostante tutto.

Prendete il "vostro" , a parlare di qualcosa di interessante con una persona piacevole…almeno lo spero! 


Proporre a qualcuno di prendere un caffè assieme implica una confidenza tra i soggetti, non si propone né si accetta un caffè tra sconosciuti.


A meno che non si sia propensi a iniziare un rapporto di qualche tipo, anche solo professionale, per esempio, ed in tale eventualità i casi sono due: chi avanza l’invito ha una proposta d’affari da sottoporre e sceglie il caffè in un territorio neutro magari per non mettere a disagio l’interlocutore imponendo una sede ufficiale, e quindi nel rispetto di un rapporto tra pari, oppure l’invito parte irritualmente e sfacciatamente da chi si trova in un ruolo o condizione inferiore per chiedere un favore o ingraziarsi una qualche sorta di benevolenza da un superiore in grado.


Normalmente, l’invito a prendere un caffè è sentito come il suggello di un’amicizia, un preannuncio di una certa complicità, un’aspettativa di uno scambio di confidenze.

Il massimo della intimità tra le persone è offrire la propria casa per sorbire il caffè, più che in salotto meglio in cucina, ascoltando assieme la caffettiera borbottare ed assaporare l’aroma che si sprigiona nell’ambiente. L’atmosfera conta, eccome.


Poi, via libera a tutte le chiacchiere! Il bello è che si può spaziare dai problemi più personali ed intimi alle tematiche più scabrose dell’attualità politica, condividendo impressioni ed opinioni.


E poi pazienza se qualcuno – in barba al Galateo – lecca il cucchiaino con cui ha mescolato lo zucchero nella tazzina di caffè, o lo lascia dritto in piedi invece di riporlo sul piattino.


Adoro le informalitá permesse solo perché si è davanti ad un caffè, e tutto è perdonato.