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BTP vs RECOVERY FUND: COSA CONVIENE DAVVERO ?
👀A fine mese il Governo Draghi dovrà presentare il RecoveryPlan. C'è molta confusione al riguardo. Recovery Plan e RecoveryFund non sono la stessa cosa
Comincerei questo articolo postandovi un ritaglio del Sole24ore della settimana scorsa:
L’articolo mette in risalto le ultime Aste BTP (titolo di stato)  da inizio 2021 che sono andate tutte sold out !!!! Tutto esaurito !
Per chi non lo sapesse il 7 Aprile è stato emesso un nuovo BTP con scadenza a 50 anni con un rendimento del 2,18%.
Ci sono state richieste per ben 64 miliardi solo per questa emissione !
Wow!  BCE & Draghi Effect …..
Quello che però fa un po’ storcere il naso è quello che il Ministero delleFinanze ha effettivamente concesso agli investitori.
Per esempio di fronte ad una richiesta di 64 miliardi del BTP a 50 anni di fatto ne sono stati collocati solo 5 miliardi.
Se analizziamo le richieste complessive degli investitori nell’ asta del 7 di Aprile 2021, (che comprende anche un BTP a 7 anni) notiamo che a fronte di una domanda di 130 miliardi, sono stati collocati 12 miliardi.
Sommando tutte le richieste a partire da Gennaio 2021 notiamo con grande stupore che a fronte di una domanda complessiva di 400miliardi, il tesoro ha collocato titoli di stato solamente per 40 (miliardi).
400 miliardi di richiesta da inizio anno……interessante……soprattutto se pensiamo che a fine Aprile il governo Draghi dovrà presentare il Recovery Plan per ottenere dall’ Europa un prestito di 209 miliardi.
Prima di saltare a delle conclusioni, cerchiamo di capire intanto che cos’è il Recovery Fund.
Il (Recovery Fund ) vero nome tecnico è Recovery and Resilience Facility (RRF), cioè il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza,  è il fondo più consistente (90%)  di un pacchetto di aiuti che ha come finalità quello di sostenere gli Stati membri nel processo di riforme e investimenti, pubblici e privati, incentivando in modo particolare innovazione, ambiente, digitalizzazione.
Il nome di tutto il pacchetto è ” Next Generation EU“.
Quando si parla genericamente di recovery fund ci si riferisce appunto all’ RRF.
Entro fine Aprile il Governo dovrà preparare un Piano nazionale di ripresa e resilienza (RRP, Recovery and Resilience Plan) per il triennio 2021-2023.  Ovvero il Recovery Plan.
La redazione di questo documento è molto complessa, molto di più di una normale Legge di Bilancio.
Sgombriamo quindi il campo da un po’ di confusione:
Il Recovery Fund (RRF) sono i soldi.  Il Recovery Plan (RRP) è il documento di richiesta dei soldi.
PiĂą chiaro ora ?
La commissione Europea esaminerà con grande attenzione il programma di richiesta dei soldi preparato dal Governo (il Recovery Plan) e deciderà se darceli o meno……
Si perché per ottenere questi soldi dovremo seguire le raccomandazioni della Commissione Europea….
All’ Italia dovrebbero arrivare (forse) 209 miliardi spalmati in 6 anni: 127 miliardi a prestito e 80 miliardi di sussidi a fondo perduto.
Da dove arrivano questi soldi ?
Attraverso l’ emissione di obbligazioni comunitarie  (i famosi Eurobond che hanno il medesimo meccanismo di un BTP o del Bund tedesco) , il cui rimborso sarà spalmato sui futuri piani di bilancio (il bilancio UE è per definizione a saldo nullo), tra il 2028 ed il 2058.
- I sussidi verranno ripagati indietro con almeno 3 tasse:plastic tax  1 gennaio
- Tassa sulle transazioni finanziarie. (ETS)
- Common consolidated comportate tax
Qualcuno osserverà ….i sussidi ?  Ma non sono a fondo perduto ?
Non proprio….anche questi andranno restituiti.   Non sono regali !
I singoli Stati, saranno chiamati a farsi carico di un contributo pari al 2% o poco piĂą del proprio PIL.
Per l’ Italia parliamo di circa 50 miliardi.
Vediamolo meglio in questa tabella:
All’ Italia spetteranno (forse) 80 miliardi di sussidi (Grants), ma dovrà garantirne 50mld (Liability GRANT).
Ne restano quindi 30 mld (net transfer), ovvero 4,2 miliardi annui (in un ciclo di 7 anni).
A questi 4,2 miliardi va sottratto il contributo Europeo (media annua -3,8 mld ).
Cioè ogni anno l’ Italia finanzia l’ Europa grazie ad esempio ad una parte del gettito IVA pagato da tutti i cittadini italiani, che viene depositato appunto a Bruxelles. L’Italia in particolare è un contributore netto:  cioè trasferisce più soldi a Bruxelles di quelli che riceve: ha sborsato 37miliardi negli ultimi 7 anni, e circa 147 miliardi dal 2000 (compreso il MES – Fondo salva Stati).
Se vuoi sapere che cos’è il MES puoi leggere questo articolo:Ecco tutto quello che devi sapere sulla riforma del MES: quali saranno le conseguenze per l’ Italia ?
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Ed è qui che si è giocata una partita importante…..quella degli sconti (rebates): i 5 paesi “frugali” (quelli meno spendaccioni) Austria, Olanda, Svezia, Danimarca e Germania hanno ottenuto uno sconto di circa 27 miliardi.
Tanti soldi che resteranno nelle loro casse e che potranno spendere senza vincoli.
Questi sconti saranno a carico dei paesi “spendaccioni”, per cui bisogna sottrarre il contributo aggiuntivo che l’Italia dovrà pagare per finanziare lo sconto che i paesi frugali hanno preteso sul loro contributo, che corrisponde a 1.5 miliardi annui.
Quindi il contributo netto complessivo (i sussidi)Â resterebbe negativo per 1.1 miliardi.
I numeri sopra riportati sono delle stime, ma è evidente che dei sussidi a fondo perduto resterà ben poco.
- Per ottenere i soldi dell’ Europa noi dobbiamo spiegare (Recovery Plan):Come ridurre la spesa pubblica;
- Quali entrate straordinarie useremo per ridurre il debito pubblico;
- La riforma delle pensioni;
- Il debito/Pil dovrà essere ridotto almeno alla situazione pre-covid (circa il 130%);
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In assenza di tutto questo il Recovery Fund (RRF) non effettua alcun pagamento.
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Non ci sarĂ la libertĂ di utilizzare questi soldi se non per indirizzi europei.
Ad esempio circa il 20% andrĂ nella transizione digitale, e il 37% nella transizione ambientale.
A noi questi indirizzi, servono ?
I soldi saranno vincolati ad investimenti pubblici:Â Â ovvero non potranno essere utilizzati per abbassare le tasse.
Questi prestiti potranno essere interrotti in qualunque momento se non rispetteremo le direttive della commissione europea per quanto riguarda il loro utilizzo.
Inoltre 1 singolo Paese può bloccare la procedura e rimandare il dibattito al Consiglio Europeo (Super freno di Emergenza).
A questo punto sorge la domanda: l’ Italia ha davvero bisogno del Recovery Fund considerato il successo dei BTP ?
Perché centellinare l’ offerta considerato il grande interesse degli investitori e soprattutto il supporto della BCE che nel 2020 ha acquistato oltre 170 miliardi di nostri titoli ?
Qualcuno potrebbe pensare che ci costa molto meno prendere i soldi dall’ Europa piuttosto che emettere BTP.
Questi sono i rendimenti delle Aste di Marzo 2021:
Se esaminiamo i 209 miliardi che il Recovery Fund stanzierà per l’Italia per i prossimi sei anni, degli 80 a “fondo perduto” abbiamo già ampiamente parlato,  127 sono prestiti che prevedono solo un risparmio sullo spread tra tassi di interesse nazionali ed europei: anche con previsioni pessimistiche sui tassi italiani, non più di 4 miliardi all’anno.
Conviene sottostare a condizionalità stringenti prendendo i soldi dall’ Europa per risparmiare 4 miliardi l’ anno quando hai richieste per oltre 60 miliardi per il BTP a 50 anni ?
Concludo dicendo che siamo in un momento storicamente favorevole ai nostri titoli di stato:
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Tassi così bassi (linea viola ) sono difficilmente ripetibili.
E dovremmo approfittarne !
La prossima settimana il Tesoro collocherĂ un nuovo BTP Futura (dedicato ai cittadini italiani) con scadenza probabilmente a 16 anni.
E fa bene! Anzi sfrutterei questo momento per “ristrutturare” il debito allungandone la durata per abbattere il più possibile il costo del credito.
Perché non sarà sempre festa.   Ma ora il mercato ci crede.
Crediamoci anche noi.
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Alessandro Piola