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Impariamo a usare la fotocamera (seconda parte)
Riprendiamo da dove abbiamo lasciato con altri consigli gratuiti da poter mettere in pratica "INCOMINCIAMO"
Le riprese su treppiede
Nonostante siano usati da tutti filmmaker, i movimenti di macchina possono trasformarsi rapidamente in un fastidio per gli occhi, e ciò che sul momento sembrava una buona idea, spesso diventa un espediente eccessivo e ridondante in fase di montaggio. Cerchiamo di usare il movimento solo quando serve, non ce ne pentiremo in seguito.
Panning
Il panning consiste in un movimento di macchina orizzontale, da destra verso sinistra o viceversa. Regoliamo la frizione sulla testa del treppiede per controllare la velocità. Se riprendiamo in modalità progressiva a 24p o 25p, muovendo la videocamera troppo velocemente, rischiamo di creare un effetto di strobing, causato da movimenti troppo rapidi tra i fotogrammi. La panoramica veloce consiste in un movimento molto rapido della videocamera, sbloccando il meccanismo di scorrimento della testa, ed è molto simile al cosiddetto jump act, un taglio in asse per passare da una ripresa larga a una stretta, nel quale non importa se non si vede che cosa accade fra le due posizioni.
Tilt
Il tilt si realizza muovendo la testa del treppiede verso l’alto e verso il basso sul piano verticale, sbloccando il meccanismo ci controllo del movimento della testa.
Carrellate frontali o laterali
Se utilizziamo un carrello a rotelle per treppiede su una superficie piana in studio, è possibile simulare dei movimenti di macchina aggiuntivi, che riproducono i movimenti tipici dei carrelli su binari o su ruote. Per fare una carrellata frontale, bisogna usare un sistema di messa a fuoco per mantenere a fuoco il soggetto e potrebbe essere necessaria una panoramica verticale verso l’alto o verso il basso.
Inclinare l'orizzonte
Di solito i treppiedi sono allineati all’orizzonte utilizzando una livella a bolla d’aria incorporata, per far in modo che le riprese panoramiche siano orizzontali. Qualsiasi piccola inclinazione è evidente, e un uso voluto di un angolo obliquo, meglio noto come “Angolo Olandese”, può creare un senso di disagio per lo spettatore, particolarmente usato per i film horror e thriller.
Profondità di campo
L’utilizzo della messa a fuoco selettiva ci permette di scegliere dove indirizzare l’attenzione dello spettatore. Durante la messa a fuoco di un soggetto, la parte a fuoco ha un’estensione variabile davanti e dietro al punto di massima nitidezza. L’ampiezza di questa area a fuoco è la profondità di campo.
Il sensore
La profondità di campo è legata alle dimensioni del sensore, alla lunghezza focale, al diametro, all’apertura dei diaframmi dell’obiettivo e alla distanza tra noi ed il soggetto che mettiamo a fuoco. Più grande è il sensore della nostra macchina, più bassa è la profondità di campo e maggiori solo le possibilità di una messa a fuoco selettiva.
Teniamo tutto sotto controllo
A parità di condizioni (lunghezza focale, dimensioni del sensore, distanza del soggetto) la regolazione principale della profondità di campo è il controllo del diaframma. Chiudendo l’apertura, il diametro si riduce e aumenta l’area della messa a fuoco, cioè una profondità di campo più alta. Con una bassa profondità di campo invece, aumentano le aree sfocate in una scena. Le luci, in queste aree, creano forme circolari che hanno la forma delle lamelle dell’obiettivo usato. Queste forme sono dette BOKEH dal giapponese “sfocatura”.
Impostazioni dell'otturatore
Le attuali videocamere e reflex digitali permettono di regolare i tempi di esposizione, nonostante il sensore digitale di queste macchine non utilizzi più un otturatore meccanico, il principio è sempre lo stesso e i tempi di esposizione servono per regolare la quantità di luce assorbita dal sensore. I tempi di esposizione possono determinare una visualizzazione fluida o a scatti. Se teniamo il tempo molto basso (1\20 – 1\6) le immagini tenderanno a fondersi tra i fotogrammi in cui saranno visibili delle scie. Al contrario con i tempi di posa molto brevi (1\250 o più), il movimento tenderà ad avere un movimento stroboscopico, gli attori si muoveranno a scatti, perché ciascun fotogramma è esposto per un tempo minore e ci sono più movimenti tra un fotogramma e l’altro. Questo è un ottimo espediente per congelare un fotogramma in una ripresa sportiva, il cosiddetto “freeze-framing”, con cui si possono creare dei fermo immagine molto suggestivi.
La profondità di campo
I tempi di esposizione influenzano la profondità di campo, perché se si cambia la velocità dell’otturatore, sarà necessario modificare l’apertura, per compensare la diversa quantità di luce che arriva al sensore.
Parliamo di fotogrammi
La maggior parte delle videocamere ha la funzione VFR (variable frame rates, frequenza variabile dei fotogrammi), le impostazioni consentono di scegliere diverse frequenze, che vanno da 24fps e 25fps a 30fps. Le reflex digitali hanno la possibilità di registrare al rallentatore con una frequenza di 50fps in modalità PAL e 60fps in modalità NTSC.
Slow-motion
Lo slow motion è un ottimo espediente artistico per riprendere azioni sportive o di lotta: proviamo a pensare un film come Rocky senza l’utilizzo di riprese ad alta velocità per rallentare l’azione. Può essere anche uno strumento prezioso per risolvere alcuni problemi in situazioni complesse- proviamo a usare un’alta frequenza dei fotogrammi quando riprendiamo a mano, su una base instabile come una barca, acquisendo un numero maggiore di fotogrammi ridurremmo le vibrazioni nelle riprese. I fotogrammi in più consentono di rendere meno evidenti i cambiamenti nei dettagli della scena tra un fotogramma e l’altro, facendo si che il pubblico segua l’azione più agevolmente. Uno svantaggio delle riprese ad alta velocità è che richiedono una quantità di luce maggiore.
Frequenze di fotogrammi
Girare un video usando una frequenza dei fotogrammi più bassa, consente di cogliere una maggiore quantità d’azione tra un fotogramma e l’altro, molto simile alla tecnica “time-lapse”. Invece di impressionare un singolo fotogramma una volta ogni due secondi come nelle riprese time-lapse, la luce si diffonde sui fotogrammi, lasciando delle scie luminose creando un’atmosfera surreale.
Nel prossimo articolo andremmo a parlare di bilanciamento di colore,esposizione, filtri e matte box
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