Simone Baratti

Business & Finanza

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Come il Karate può essere la TUA arma segreta per uno stile di vita sano

2019-08-01 19:42:58

Questo sport è presente in tutto il globo e quasi chiunque ne avrà almeno sentito parlare. Il karate è uno sport completo, simmetrico, adatto a chiunque, sia bambini sia adulti, perché si utilizza lintero corpo ed ha vari livelli di complessità degli esercizi e delle tecniche.

Cosa può fare ?

Con il karate si sviluppano la velocità, lesplosività, la forza fisica, ma soprattutto la coordinazione e lequilibrio; tutto questo aiuta in uno sviluppo armonico del corpo umano. Allo stesso tempo si imparano varie tecniche di autodifesa.

Io in azione !!!


È adatto anche come sport per i più piccoli, in quanto il suo severo codice etico pretende disciplina ed un comportamento corretto. Aiuta ai bambini più vivaci a scaricare la propria agressività ed quelli timidi a sviluppare la propria autostima. Il massimo controllo del proprio corpo è uno dei fondamenti di questarte marziale, basata sul rispetto di se stessi e degli altri. Viene perciò fin dagli inizi insegnato ai praticanti che la violenza è severamente vietata; le tecniche vanno effettuate con controllo e toccare lavversario.


Le seguenti regole rappresentano il fondamento del codice etico del karate, così come lo ha formulato Gichin Funakoshi, il padre dello stile shotokan, che viene praticato dalla nostra società.

  • Cerca di perfezionare il carattere
  • Percorri la via della verità
  • Rafforza instancabilmente lo spirito
  • Osserva un comportamento impeccabile
  • Astieniti dalla violenza e acquisisci autocontrollo

Tra queste non cè una regola numero uno, bensì le cinque sono tutte di eguale importanza.


Caratteristiche

La parola Kata nella lingua giapponese nell’antichità assumeva il significato di simbolo per enfatizzarne il contenuto spirituale, in seguito assunse il significato più semplice di forma: infatti il kata è un combattimento reale con il succedersi di tecniche di parata, di attacco prestabilite e forme contro più avversari immaginari. Nell’esecuzione dell’esercizio riveste grande importanza proprio la qualità formale delle singole tecniche, delle posizioni e degli spostamenti.
Non ci si deve però fermare all’aspetto estetico: il kata è un vero combattimento, seppur codificato, quindi deve esprimere efficacia, sia dal punto di vista tecnico che strategico.
Per i praticanti rappresenta l’essenza dell’arte marziale perché racchiude in sé sia lo studio delle tecniche fondamentali (Kihon) che il ritmo e la tattica del combattimento (Kumite): è perciò basilare per progredire nella ricerca della Via (Do). Dal punto di vista strettamente tecnico, si può ben dire che studiare i Kata è studiare il Karate nella sua completezza, senza quelle limitazioni poste dal Karate agonistico: in questo senso, si può affermare con certezza che non soltanto nei Kata risiede tutto il Karate, ma che le caratteristiche di ogni singolo stile possono essere comprese appieno soltanto dallo studio dei Kata propri dello stile medesimo. Non si deve tuttavia commettere l’errore di interpretare questo assunto nel senso che uno stile è tanto più completo quanto più elevato è il numero dei Kata che in esso si praticano: non si può affermare ad esempio che lo Shito-Ryu sia uno stile migliore, più completo e più perfezionato dello Uechi Ryu, dato che quest’ultimo annovera un numero di Kata molto inferiore. Ciò che conta non è il numero di Kata presenti in uno stile, ma che in questi Kata siano rappresentati gli elementi distintivi e caratterizzanti dello stile medesimo.
L’esercizio del kata non si pratica solo nelle discipline marziali, ma in tutte quelle arti orientali che abbiano come fine il Do: ju-do (via della cedevolezza), ken-do (arte della spada), kyu-do (arte del tiro con l’arco), aiki-do (unire l’energia), ma anche sho-do (calligrafia), ka-do (composizione floreale) e sa-do (cerimonia del tè). In tutte queste discipline ci si propone di fondere, attraverso la respirazione, la componente fisica e mentale eseguendo una predeterminata sequenza di gesti per raggiungere una più elevata condizione spirituale.
Ogni kata è composto da una serie di movimenti che ne costituiscono la caratteristica evidente, ma presenta altri elementi che sfuggono alla comprensione più immediata: i maestri che li hanno creati hanno spesso volutamente mascherato il significato di alcuni passaggi per evitare che altri se ne impadronissero. Per esempio i kata vennero mimetizzati in danze innocue, nel periodo in cui ad Okinawa vigeva la proibizione di praticare le arti marziali.
Vi sono dei punti che caratterizzano l’esecuzione di un kata nel karate. Ogni kata inizia e finisce col saluto (rei). L’inchino testimonia un mutato atteggiamento mentale dell’esecutore, che da quel momento esprime tutta la sua forza interiore. Tale stato di massima attenzione (zanshin) si evidenzia in particolare al momento del saluto e del Kiai (grido).
Tutte le tecniche devono essere sostenute dal corretto uso della respirazione e della contrazione addominale (Kime) che, in due particolari momenti esplodono nel kiai. Dimenticare il grido o eseguirlo fuori tempo è indice di emotività ed è un errore.
I kata si sviluppano su di un tracciato determinato (embusen); se spostamenti e cambi di direzione vengono eseguiti correttamente, il punto di arrivo del kata corrisponde a quello di partenza. Ogni karateka deve individuare un tukui kata(forma preferita), scelto in funzione dell’obiettivo da raggiungere: esame, gara o miglioramento tecnico. Il tukui kata deve quindi cambiare nel tempo per le diverse fasi di evoluzione del praticante.

I dieci elementi del kata:

  1. Yio no kishin è lo stato di concentrazione tipico di chi si sente attaccato.
  2. Inyo è l’attacco e la difesa.
  3. Chikara no kiojaku è il grado di forza da impiegare in ogni momento del kata.
  4. Waza no kankyu è il grado di velocità da usare in ogni tecnica.
  5. Taino shin shoku è la contrazione ed espansione dei muscoli del corpo.
  6. Kokyu è la respirazione, sempre in sintonia con i movimenti.
  7. Tyakugan è il significato che deve avere ogni tecnica nel kata; per fare ciò, occorre visualizzare mentalmente un avversario.
  8. Kiai è un urlo causato dalla contrazione della parete addominale; serve per migliorare l’espirazione in un momento di particolare necessità di potenza nel kata.
  9. Keitai no hoji è la corretta posizione da eseguire in ogni movimento; rispettando le posizioni, è possibile ritornare al punto di partenza una volta terminato il kata.
  10. Zanshin è lo stato mentale di guardia da tenersi anche al termine del kata prima di ritornare allo stato di Ioi, eseguire il saluto e rilassarsi (Yame).