Silvio Ferrari

Top Founder President

Silvio Ferrari

Top Founder President

IL VITIGNO SCOMPARSO

2019-04-25 05:39:08

Il Moscatello Di Taggia. La Liguria riserva sempre sorprese. Una di queste è sicuramente la Valle Armea con il suo prolungamento in altitudine – la Valle Argentina –

Con l’attuale  tendenza a  riscoprire i vitigni autoctoni voluta per affermare la specificità del territorio, per proteggere e valorizzare il grande patrimonio vitivinicolo italiano e per contrastare il mercato dei vitigni internazionali, anche in questo lembo di Liguria qualcuno pensò di studiare, cercare e recuperare questo vitigno.

Alla fine del ‘900 iniziò la ricerca sul territorio, grazie alla passione di alcuni viticoltori, in particolare di Eros Mammoliti (che voglio considerare il motore della rinascita del Moscatello): vennero ritrovate  le viti di Moscatello sparse tra gli anziani viticoltori che ancora parlavano di questo Moscatello e che ne conservavano qualche pianta, a volte solo per non perdere la varietà, a volte per avere una piccola quantità di uva aromatica da aggiungere nei vini bianchi. Grazie alla collaborazione con l’Università di Torino e a moderne tecniche genetiche, fu possibile isolare, tra i 67 campioni ritrovati, la pianta che poteva essere considerata puro moscatello. Proprio da quell’unica vite risorse il Moscatello che, innestato, ha dato vita, in questi anni, ad oltre 15.000 barbatelle. Nel 2000 rinasce il Moscatello, nello stesso anno inizia la vinificazione e nel 2011 entra a far parte della DOC Riviera Ligure di Ponente, con l’istituzione della sottozona Taggia. Nel 2014 nasce l’Associazione Produttori Moscatello di Taggia, con  Presidente Eros Mammoliti, sede nel convento dei padri cappuccini di Taggia; L’associazione si pone l’obbiettivo di valorizzare il Moscatello di Taggia, farlo conoscere, e divulgare l’importante storia e gli oltre 10 anni di ricerca scientifica che sono stati svolti. IN PASSATO il moscatello di Taggia era già presente sulle tavole dei papi in epoca medioevale e rinascimentale essendo tra i vini più apprezzati e di valore importati dallo Stato Pontificio. Daniele Lombardi, affermato ricercatore di storia rinascimentale, ha trattato la parte relativa ai vini serviti sulla tavola dei papi e della sua corte; i documenti più importanti sono relativi alle descrizioni e alle degustazioni del bottigliere del Papa Paolo III Farnese, Sante Lancerio, bottigliere del Papa il quale apprezzava in maniera particolare il “moscato proveniente dalla Riviera di Taggia”. Oggi da questo vitigno, che matura verso la seconda metà di settembre, si possono ottenere vini secchi e aromatici adatti per aperitivo,  vini dolci e intensamente aromatici, frizzanti, spumanti e, a seguito dell’appassimento delle uve, vendemmie tardive o passiti di eccellente qualità. Vino che acquista però, a differenza del suo cugino piemontese, una connotazione comune a quasi tutti i vini liguri: la particolare sapidità e la decisa freschezza.