Sono delle brutte frasi e sono contante dall’intelligenza linguistica che vogliamo naturalmente proporre, e ti dico tre motivi per questo:
1. Mai mettere in dubbio il nostro amore, anche se urlano come dei dannati o prendono due in storia o in geografia
2. Ancor prima che a noi, il bambino deve dimostrare a sé stesso di essere una personcina che ha valore e che apporta valore nel mondo, nel suo mondo
3. E tre, naturalmente, con quelle frasi associamo il nostro amore ad azioni come baci, voti a scuola o comportamenti corretti.
Invece, il nostro amore incondizionato non va mai messo in discussione. È importante far arrivare il messaggio che noi li ameremo sempre e comunque: anche con brutti voti, anche se tireranno un calcio a un compagno (sbagliando, naturalmente) o se non vorranno darci un bacino.
Il ragionamento a monte è la netta distinzione tra la personcina meravigliosa che è la figlia o il figlio e le sue azioni.
Teniamo distinte le due cose: l’amore c’è e ci sarà sempre, l’educazione continua, dolce e ferma, coerente e lungimirante, proprio come suggerisco nel libro “Genitori in Progress”.
Loro si meritano entrambe le cose: il nostro amore incondizionato e la nostra guida educativa, dolce e ferma. Se invece li mortifichiamo quando sbagliano, oppure li gratifichiamo solo quando fanno ciò che per noi è giusto, finiranno per sentirsi un po’ sbagliati e a nasconderci difetti e errori.