Silvia BrandanoArchitetto

BestPractices&SmartWorking:come evitare il fallimento di un’opportunità (..anche per le PMI)

2020-05-18 13:06:16

Ecco l'articolo su Ambienti lavorativi di BenEssere, smartworking e l'opportunità della Filosofia "AGILE" che vi sta dietro, quale opportunità anche per le PMI https://blog.eukinetica.it/buone-pratiche-aziendali/best-practices-e-smart-working-come-evitare-il-fallimento-di-opportunita/

Lapplicazione dello SmartWorking, era già in forte crescita (soprattutto nelle Grandi Imprese) ma con lemergenza, le prescrizioni per il contenimento del COVID-19 ed ora per la ripartenza, è letteralmente esploso divenendo la soluzione ponte per moltissime realtà aziendali, anche PMI.

I dati diffusi dall’Osservatorio Smartworking del Politecnico di Milano, lo confermano: a fronte di un incremento del 20% tra 2018 e 2019, nei soli primi mesi del nuovo anno, in Italia, si sono superati gli 8 milioni di smartworkers!

Lo smartworking (quello vero, codificato dalla Legge n.81/2017) infatti è una grande opportunità che moltissime organizzazioni aziendali, sia private che pubbliche, stanno testando adesso, e -nonostante le criticità date anche dall’improvvisazione – ne stanno comunque apprezzando i lati positivi, primo fra tutti l’aver potuto non chiudere totalmente e proseguire le attività “remotizzabili” da casa, durante il lockdown ed anche adesso nei mesi di ripartenza che ci attendono.

Lo smart working, evoluzione del telelavoro degli anni’80 ma ben diverso da questo, è infatti parte integrante di un cambiamento del paradigma lavorativo moderno e della filosofia alla base di esso, improntata su tre pilastri:

  • tecnologia
  • spazi innovativi
  • cultura manageriale orientata all’autonomia ed al riconoscimento del talento del lavoratore.

Il lavoratore, infatti, grazie a:

  • maggior libertà organizzativa e gestionale (slegata da luogo ed orario)
  • migliore gestione della vita privata e delle proprie risorse (tempo e denaro)
  • maggiore gratificazione per la fiducia ed il riconoscimento delle proprie capacità da parte dell’Azienda (alla quale si lega maggiormente)

raggiunge gli obiettivi e i risultati concordati con maggiore produttività e soddisfazione.

..ma perchè il cambiamento fa così tanta paura?

L’essere umano, per sua natura, ha sempre osteggiato il cambiamento, mal adattandosi a lasciare la propria “comfort zone”, anche quando necessario, ma le crisi e le condizioni di emergenza (in qualsiasi periodo storico o ambito si siano concretizzate e si presentino) hanno sempre portato – volente o nolente – a cambiamenti, spesso repentini, a dei veri e propri “salti evolutivi”, come quello avvenuto adesso con l’adozione massiva dello smart working (per il quale sono stati bypassati tutti gli aspetti strategici, strutturali, culturali e concettuali, per arrivare direttamente a quelli operativi: i più necessari per le Aziende) e per la digitalizzazione

..ma la mentalità, si sa… è più lenta ad adattarsi!

Nonostante quindi da un giorno all’altro ci sia stato, in moltissime realtà lavorative, uno stravolgimento delle abitudini e procedure, imponendo di fatto dei cambiamenti (che probabilmente sarebbero avvenuti comunque, molto più lentamente e tra chissà quanti altri anni..!?) ci stiamo domandano se – cessata l’emergenza e ritornati alla “normalità”(?!)- si continuerà o no a lavorare in smartworking: come se una volta fatto un simile passo in avanti, si potesse tornare indietro!? … sarebbe come dire che l’uomo primitivo scoperta la ruota, si ostinasse a non volerla utilizzare!

Per questo motivo lo smart working è parte integrante di un percorso di Business Agility, che non solo permea ogni ambito aziendale (dall’organizzazione e processi, agli strumenti e tecnologie, ma soprattutto le persone, sulle quali si concentra particolarmente), ma richiede tempo, visione strategica, budget dedicato e supporto di esperti, per potersi tramutare in una mentalità che si traduce poi in crescita efficace e vincente.

Come si può notare nelle “BestPractices for Managers” è la PERSONA, all’interno delle Aziende performanti, a rivestire il ruolo prioritario e centrale, sotto moltissimi aspetti: dallo stile di leadership all’approccio innovativo degli ambienti lavorativi (progettati e/o ottimizzati ad hoc per creare ed incentivare sia il benessere personale che quello lavorativo con migliori performances), sia per quelli aziendali che per quelli, per estensione, domestici!

Gli ambienti lavorativi domestici, gli “SmartHomeOffice”, andrebbero infatti considerati con ancor più attenzione e necessità, in quanto “ospitati” all’interno di immobili residenziali, non progettati, pensati ed organizzati spazialmente anche per una funzione di lavoro strutturato ed organizzato continuativo, e presentano criticità che andrebbero conosciute e prevenute affinchè il lavoratore stia bene e sia efficace e produttivo, come in “ufficio”.L’attenzione posta dalle Organizzazioni sul benessere del lavoratore deriva dalla  sempre maggiore  consapevolezza della  correlazione tra “wellbeing” e “productivity” e – conseguente – “economic benefit” (sia interno che esterno); così le Aziende maggiormente competitive e proattive sul mercato, capaci di attrarre nuovi talenti e superare prima i momenti critici, richiedono la progettazione/ottimizzazione dei propri ambienti in chiave “smart” e “concepiti intorno alla persona” .....

by: Silvia Brandano

bioArchitetto- InteriorDesigner SmartWorkSpace- RSPP