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I MESTEE DE MILAN. EL PACIASASS
L Castello e l'Acqua Marcia erano i suoi posti preferiti, ma non disdegnava neanche i grandi cortili di una volta, arrivava sempre in bicicletta seguito da un nugolo di ragazzini che le trotterellavano dietro.
Il Mario era dignitoso nella sua miseria anche quando invitava a assistere a una mangiata a base di sassolini e stoppa per "la fabbrica dell'appetito", come lui diceva. "Signore e signori vi presento il pasto del fachiro, ecco gli spaghetti (stoppa), adesso un po' di fagioli (sassi) con contorno (vetri) ed ecco il formaggio (chiodi e lamette da barba) e per terminare una bevanda preparata con cenere e bicarbonato. 'Il suo palcoscenico di piazza era assai misero, su un tappetino appoggiava una bottiglia di petrolio dei sassolini delle catene e delle schegge di vetro per farne una specie di materasso su cui sdraiarsi. Un gruppo di giovani era chiamato a far peso su tutto il suo corpo, perché la schiena doveva avere un contatto diretto coi vetri su cui sdraiarsi. Ma lo spettacolo non finiva qui, il pezzo forte era lo spezzamento delle catene che infine saltavano, poi con un solo pugno preciso il Mario piantava un lungo chiodo in un asse di legno, infine l'esercizio più spettacolare soffiare una sorsata di petrolio contro la fiamma di una torcia accesa che si sprigionava in alto con delle forme strane e paurose. Lo spettacolo finiva qui e la "fabbrica dell'appetito" era sistemata anche per oggi. Nella foto il Mario intento a spezzare delle catene.