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I CAFFÈ DEL GENOEUCC
El caffè del genoeucc
l'è El cafè di strascioni, el caferin
piantaa alla bell'e mej su 'n carettin,
tutt bon mercaa, tutt prezzi d'occasion...
La grappa d'erba ruga e l'aneson
hin i bibet che gh'an pusse client,
in d'ona tolla gh'è el cafè bujent
el ponc l'è preparaa in d'ona marmitta
e on girassò de carta el fa da ditta.
Così nel suo libro Tipi e macchiette della Vecchia Milano, Giorgio Bolza descriveva nel 1940, i famosi caffè ambulanti. Questi venditori di caffè che avevano la possibilità di rianimare e scaldare i nottambuli, si rifornivano la sera raccogliendo tutti i fondi delle caffetterie e ribollendo tutto in un grande contenitore di latta munito di un beccuccio, fornivano a piacimento una bevanda calda. Lo chiamavano caffè del genoeucc perchè in mancanza di panche i clienti si sedevano su un gradino o si accovacciavano sulle ginocchia. I clienti di questo particolare caffè erano i brumista, girovaghi, lavandaie, venditrici ambulanti, mendicanti, spazzini, peripatetiche e altri personaggi senza fissa dimora che avevano l'illusione di bere un buon caffè, che li aiutasse nel loro lavoro, correggendo a volte questa particolare bevanda, con la grappa nelle notti invernali e con l'agher de limon nelle afose notti estive. I passanti mattutini con una palanca, mettevano nello stomaco infreddolito, un po' di calore, talora reso più gradevole da uno spruzzo di Grappa. Le tazze quando venivano risciaquate (quasi mai) era in un secchio dove sicuramente non vi era acqua corrente. Nella foto, della Raccolta Bertarelli, forse l'unica che ritragga un caffè del genoeucc, è dell'anno 1915.