Silvana Gaggiotti

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Leggende e racconti popolari: Pavia, ponte sul Ticino

2020-12-28 16:25:07

Nell’anno 999 Pavia non aveva nessun ponte sul Ticino. Il vecchio ponte romano, del quale si vedono ancora oggi gli avanzi nel letto del fiume, era crollato; perciò, chi voleva passare da una riva all'altra, doveva prendere il traghetto.

La sera della vigilia di Natale di quell'anno, molti pellegrini desideravano ascoltare la Messa di mezzanotte in città e si diressero al traghetto. Improvvisamente dalla nebbia apparve un gentiluomo vestito di rosso che mostrò ai pellegrini, l'ombra di un ponte che pareva fatto di nebbia più compatta ancora. E disse: "Questo ponte diventerà di pietra, se il primo essere che lo passerà sarà mio eternamente". Chi aveva parlato era il diavolo: il ponte era fatto di nebbia e non si poteva usarlo se non accettando i patti. Tra i presenti c'era un uomo che nessuno aveva prima notato. Era l'arcangelo Michele che, dalla vicina chiesa, aveva visto ed era accorso. Poi disse: "Belzebù, noi desideriamo tempo per riflettere: tu comincia a fare il ponte di pietra e poi ti terrai il primo che passerà." Il diavolo accettò e, fatto il ponte, iniziò ad attendere il primo passante. L'angelo allora, obbligò un caprone a passare per primo. Preso dall'ira per essere stato ingannato, il diavolo scatenò un violento nubifragio, ma il ponte non crollò. I pavesi, perché il diavolo se ne stesse lontano, costruirono poi, sul grande pilone di mezzo, una chiesetta dedicata al santo dei fiumi, Giovanni Nepomuceno. Oggi, nelle giornate nebbiose, chi si reca a guardare da lontano il ponte, può vederlo come quella prima volta.