Silena Mariagrazia Parisi

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Foschia

2019-08-15 21:39:02

Capitolo III

Continua...

Poi il video-telefono cigolò. Era il primario del vicino ospedale, prontamente interpellato per visitare il conte d'Assia.

"Quando vuole può parlargli, ma per non più di una trentina di minuti - disse il medico con quella particolare voce stridula che produceva il sofisticato apparecchio - ha una leggera ferita alla tempia destra ma, grazie alla sua robusta fibra, sarà in grado di muoversi da solo entro poco tempo."

"Benissimo. " Disse il commissario spegnendo il video-telefono e indispettendosi perché, nonostante avesse girato l'interruttore, l'immagine del primario, che stava tra l'altro sbadigliando, era ancora là. Assestò un fiacco colpo sull'apparecchio col solo risultato di fracassarlo e farsi male alla mano. Ma sopportò il dolore stoicamente sia perché, dopotutto, si compiaceva della sua forza e poi perché non aveva la minima intenzione di dare al Sindaco soddisfazione alcuna.

Sbatté la porta dietro di sé e, accompagnato con malcelata ansia dal Sindaco, si diresse verso l'infermeria della centrale di polizia.

L'ascensore si fermò al piano e, apertesi le porte, i due uomini si incamminarono senza indugio per il lungo corridoio. Appena entrati nella stanza ove era ricoverato il conte, l'ispettore ordinò alla giovane infermiera di uscire e, dopo averne seguito con lo sguardo compiaciuto il delizioso incedere, si avvicinò al letto. Dinanzi ai loro smaniosi e grigi occhi vi era un giovane sui venticinque anni, dai lunghi capelli e dalla lunga e bella barba, le azzurre e sdegnose pupille fissavano nell'aria un qualcosa di invisibile agli altri due. Una benda gli copriva la fronte spaziosa.

Continua...