Silena Mariagrazia Parisi

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Foschia

2019-08-05 16:56:12

Capitolo II

Capitolo II

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Mentre in città si faceva baldoria, in una grande villa situata molto lontano dall'abitato era in corso una riunione segreta. La villa era una costruzione composita che superbamente si innalzava in tutta la maestosità del bianco marmo. Aveva una forma rettangolare e snella con ampie finestre e piccoli balconi ad ogni piano, un lungo colonnato che sosteneva una terrazza centrale andava poi a formare una interminabile scalinata che correva fino a dividersi di fronte ad una serie di fontane circolari che, con cascate e gettiti, seguivano i gradini fin dove si ricongiungevano, in un punto ove si stagliavano due statue raffiguranti l'una il Padre di tutti gli dei nell'atto di prendere una decisione sul destino del mondo e l'altra il dio della guerra in procinto di sferrare uno dei suoi terribili colpi capaci di volgere in breve tempo alla fuga interi eserciti.

Innanzi alle due statue si stendeva un bellissimo prato inglese interrotto lungo il suo verde svolgersi da alte siepi e frondosi alberi che miravano a creare luoghi nei quali potersi appartare circondati dalle sole erbe. Altre fontane, dalle più svariate forme poligonali e dagli alti elementi centrali,  corredate di accurate soluzioni di architettura idrica, sorgevano per tutto il parco secondo un ben preciso schema. Alla spalle della costruzione vi era il bosco che si protendeva per miglia e miglia fino a raggiungere le lontane montagne e mutando sempre, sia nella flora che nella fauna, e così dopo i pini si trovavano le querce, i castagni, i larici, e dopo timidi scoiattoli e graziose allodole i famelici lupi e i rapaci falchi.

Le sale del palazzo erano spaziose e squisitamente arredate. Ogni stanza aveva il suo ricercato colore, sempre in sintonia con le dimensioni dell'ambiente e lo stile del mobilio, persino tenendo conto delle variazioni di tonalità della luce durante le varie ore del giorno. Un abile e complesso gioco di corridoi, che doveva esser stato il diletto e il tormento del costruttore, collegava tutti gli appartamenti con i saloni centrali. In uno di questi saloni, attorno ad un grande tavolo rotondo in ebano e bronzo con al centro un mosaico fiorentino in pietre dure del XVII secolo, tra bicchieri alti e cilindrici Adlerglas, in vetro, con le decorazioni rappresentanti l'aquila del Sacro Romano Impero, con gli stemmi dei 56 stati che lo componevano, ricolmi di vino rosso italiano, e bicchieri Romer con una parte inferiore ornata da un fitto bugnato di gocce di vetro e una parte superiore a campana con incisioni a punta di diamante, tipici per la bellezza del verde naturale del vetro in diverse sfumature, pieni di vino bianco francese, alcuni uomini discutevano animatamente. Ai lati della sala più di una cinquantina di guerrieri, con armature e scudi, ai piedi, gozzavigliava con birra scura e arrosti di carne di tutte le specie.

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