Silena Mariagrazia Parisi

Founder Starter

Foschia

2019-08-01 22:29:12

"...Ma in sogno avevo l'angosciosa e, nel contempo, rinfrescante impressione di essere ancora vicino a te. Più rilucente di uno scrigno contenente pregiate gemme, più pura di una nuvola che solca liberamente per il cielo, una rossa stella ad oscurare il sole... e mi accorgo che ti amo ancora..."

Prologo

Il grande portale si spalancò permettendo ad un timido raggio di sole giallo e brillante di insinuarsi nell'ambiente ancora buio e creare così un attimo di irreale incertezza. Due agili figure attraversarono l'uscio e una delle due chiuse dietro di sé l'apertura adoprando un grosso chiavistello. L'oscurità tornò baldanzosamente ad invadere la sala. Poi venne aperta una grande vetrata e la luce penetrò finalmente in tutta la sua lieta pienezza. Ogni cosa iniziò a prendere una sua forma più definitiva, vecchi quadri alle pareti, comode sedie dagli alti schienali e un tavolo rettangolare di legno di mogano, un camino, due grossi candelabri romani dell'età imperiale, in terra delle caraffe di creta e dei calici di azzurro cristallo, un arco ottomano e una faretra, un lungo tappeto Savonnerie del 1600. Le due figure rivelarono essere un uomo e una donna. Si liberarono delle armi e l'uomo sbatté pesantemente sul tavolo una bisaccia, l'aprì e ne trasse fuori alcuni sacchetti di monete, un bracciale d'argento sul quale erano incise le fasi lunari e il movimento degli astri, e degli anelli d'oro puro.

"E' stata una lunga notte, ma abbiamo fatto un buon bottino, milady." Disse l'uomo levandosi la celata, mostrando il volto incorniciato da una bella barba ben curata e scuotendo i lunghi capelli. Era molto alto e la possente corporatura, completata da due valide braccia, era sorretta da due gambe robuste; dalle larghe spalle sino alle caviglie scendeva un bianco mantello sul quale era ricamata un'aquila nera, e sotto il quale riluceva la shashka caucasica. La donna annuì alle sue parole con un delizioso movimento del capo. Un bagliore luccicò negli occhi dell'uomo. Era affascinato dal corpo di lei così sinuoso, armoniosamente agile e altero, dai suoi grandi occhi verdi, da quelle belle labbra piccole e sottili, dalle sue guance bianche e tenere, da quelle mani rosee e delicate, da quei seni ancora acerbi eppure già così maturi, da quella vita così snella e così nobile e da quei bei capelli color castano-oro. ogni gesto, ogni movimento che ella compiva, anche il più insignificante, era caratterizzato da una grazia innata che denotava la sua appartenenza a una nobile discendenza. Un lieve batter di ciglia, uno scatto improvviso di tutto il corpo erano sempre accompagnati da una tale spontanea dolcezza da far perdere la testa a qualsiasi mortale. Eppure ella era tanto sensuale quanto fredda e lontana, distaccata da tutto. Era come se vivesse in un'altra dimensione, in un altro mondo, in un altro tempo, nessuno poteva dirlo perché a nessuno era legata.

L'uomo fece un leggero inchino e lasciò la stanza augurando alla donna un buon sonno e leggiadri sogni.

Lady Syleen si avvicinò al tavolo, prese il bracciale sfiorandone le incisioni con le lunghe dita e lo mise al polso. Sembrava fatto su misura per lei; per un attimo cercò di immaginare, con la fantasia, la donna al quale lo sfortunato ex-possessore avrebbe voluto regalarlo, forse per una ricorrenza tra i due, forse per un anniversario. Ma fu solo per un attimo, sorrise a questa sua curiosità e lasciò anch'ella la stanza.

Continua...