questo libro non lo avrei mai letto. Evito le letture introspettive, ho bisogno
di azione e colpi di scena. Però mi sono ripromessa di uscire dalla mia “comfort
zone” letteraria, alternando ai miei soliti generi titoli diversi, così mi è
capitato questo libro. Ero scettica, molto, e all’inizio ho pensato che sarebbe
stata dura. Ma ho finito la lettura ieri sera con un groppo alla gola e le
lacrime agli occhi, e vi dico: leggetelo.
La storia è quella del piccolo Oskar, un bambino davvero
stravagante, che parla come un bambino vero non parlerebbe mai, e aspetta con
ansia la lettera di Stephen Hawking. È
anche la storia del papà di Oskar, e del nonno e della nonna di Oskar, e tutto
alla fine si intreccia, storia piccola e Storia Grande, eventi che hanno
segnato il mondo ed eventi che solo Oskar potrà ricordare. La Storia ci cammina
accanto, e un giorno tocca la vita di Oskar cambiandola per sempre.
Si prova a dare un senso a quello che ci succede, ma spesso
non è possibile, e in tutto il libro questo è quello che Oskar cerca di fare,
chiudere il cerchio con la Grande Storia, capire e metabolizzare, per poter
andare avanti, in qualche modo. E lo stesso fanno il nonno e la nonna di Oskar,
anche loro travolti da un evento che ha cambiato la Grande Storia e la loro
piccola storia, molti anni prima.
Mi sono trovata davanti a montagne di parole e frasi
difficili da leggere, apparentemente sconnesse tra loro e dove la punteggiatura
invece di semplificare complica, cercando di trovare un filo, un appiglio. Ma
quello che ho capito di questo libro è che bisogna solo lasciarsi trasportare
dalle parole e dalle immagini, perché l’emozione non ha bisogno di spiegazioni
logiche, e verrà fuori da sola.
Sto scrivendo di getto, me ne rendo conto. Per quello posso
dire solo leggetelo, e lasciatevi trasportare.