SCUOLA E DINTORNI di Stefano Rossi

Scuola & Istruzione

RIFORMA RECLUTAMENTO SCUOLA: BUSSETTI ANNUNCIA STOP ABILITAZIONI A PAGAMENTO, CONCORSO PIU' BREVE E ABILITANTE. ABOLITO FIT

2018-11-26 14:45:46

QUESTA LA NOTIZIA DI POCHI GIORNI FA. A SEGUIRE IL COMMENTO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO BRUNO DAGNINI FAVOREVOLE ALL' INIZIATIVA.

L' INTENTO E' VELOCIZZARE LE PROCEDURE DI RECLUTAMENTO

“Per il reclutamento ordinario dei docenti abbiamo previsto un sistema molto più veloce rispetto a quello previsto dalla cosiddetta Buona Scuola.
“Ci vogliono procedure certe e ordinate. Sono troppi tre anni di attesa per diventare insegnanti”. Queste le parole del Ministro.

“Aboliamo i percorsi post-universitari di specializzazione e abilitazione a pagamento. Sarà un concorso secco – ha spiegato il ministro -, cui anche i ragazzi neolaureati potranno partecipare. Abbiamo bisogno di giovani insegnanti, con nuova energia da immettere nel sistema scolastico e capaci di parlare alle nuove generazioni. Chi vince entra immediatamente in ruolo, chi non passa rimane abilitato e potrà riaccedere ai concorsi successivi. Sarà cancellato il FIT (formazione iniziale e tirocinio) previsto dalla Legge 107 del 2015. Dopo aver vinto il concorso ci sarà un anno di prova e formazione: snelliamo l’iter e lo velocizziamo”.
 

LA FORMAZIONE DURANTE IL PERCORSO DI STUDI, NON DOPO

“Si potrà accedere al concorso – ha proseguito il ministro Bussetti – se nel portfolio universitario sono presenti 24 crediti formativi per esami di Didattica e Pedagogia. La formazione si farà durante gli anni di studio, non dopo: dobbiamo abbattere il muro che separa la fine dell’iter universitario e l’entrata nel mondo dell’insegnamento. Il nuovo concorso sarà quindi automaticamente abilitante per la professione. Dovrà essere bandito in base ai posti vacanti e disponibili”.

DOPO L' ASSUNZIONE UN VINCOLO DI CINQUE ANNI SULLO STESSO POSTO

“I concorsi restano nazionali, ma si potrà scegliere la regione in cui concorrere: chi vince avrà la garanzia del posto nella regione scelta. Si prevede un vincolo di permanenza di cinque anni sul posto per la continuità didattica a tutela dell’interesse dell’alunno. Solo così si potrà ridare dignità al ruolo del docente”, ha chiarito il titolare del Miur che ha poi ricordato le novità che verranno introdotte sull’alternanza scuola-lavoro. “Auspico che tra tutti gli attori istituzionali e non vi sia un proficuo dialogo e una stretta collaborazione per agire nel bene della scuola, ovvero del futuro dell’Italia”, ha concluso Bussetti.

L' INTERVENTO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO BRUNO DAGNINI

Abbiamo scherzato sul ministro Bussetti, qualche mese fa, per la sua prudenza eccessiva davanti ai ruderi della Buona Scuola, per la sua timidezza e per le sue cravatte di seta lombarda.
Ma ora dobbiamo sinceramente e seriamente appoggiarlo. Finalmente un chiaro segnale di discontinuità rispetto alla legge 107 e ai danni prodotti al sistema di reclutamento dei docenti.
Negli ultimi venti anni di pedagogia del gambero ogni nuovo ministro ha infatti varato una sua velleitaria controriforma: corsi a pagamento, specializzazioni, corsi annuali, biennali, triennali. SSIS, PAS, TFA e FIT, tormentose tappe verso la costruzione di un sistema perverso, che somigliava alla fine a un lungo viaggio senza arrivo e sempre più complicato, inutile, iniquo e ripetitivo. Concorsi che ammettono a corsi che, dopo esami, ammettono ad altri concorsi, per frequentare, se tutto va bene, un ennesimo percorso. Una specie di gioco dell'oca, per di più a pagamento, e alimentando la crescita di una sorta di burocrazia parassitaria della formazione, una folla di pseudo-esperti o di espertologi che si nutrono di precariato (del precariato degli altri) e hanno interesse a prolungarlo.
Ora, ci dice Bussetti, per tutti questi espertisti ed espertini è venuto il momento del congedo: "Stop abilitazioni a pagamento, concorso più breve e abilitante. Abolito FIT."
Bravo Bussetti. Temevamo che l'inversione di tendenza, rispetto ai danni della Buona Scuola, fosse troppo debole e incerta. Fino ad oggi, purtroppo, è stato così. Ma non in questo caso. Qui il messaggio è ben chiaro, e può aprire finalmente la strada verso un atteso cambiamento.

Non a caso espertologi ed espertisti, sentendosi in partenza, cercano di bloccare tutto. Per farlo ricorrono al genere letterario a loro più congeniale, da sempre: l'appello.
Un appello in apparenza rivolto allo stesso ministro, ma che, a ben guardare, per chi sa leggerlo, sembra più che altro indirizzato a un complicato, insidioso, scivoloso apparato ministeriale, cercando consonanze e complicità. Messaggio in codice: REMATE CONTRO.
Gli apparati, si sa, spesso composti, a loro volta, da espertini ed espertoni, possono fare molto e dispongono di tanti canali nascosti per interferire, anche a nome e a tutela dell'espertologia...
E questo rappresenta un ulteriore motivo per schierarsi convintamente dalla parte di Bussetti. Forza Marco. Ma attento alle faine (manine) ministeriali. E chiama se hai bisogno. Senza di noi, senza le scuole autonome, non c'è MIUR che tenga.