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Strategie di autodifesa... quando il camuffato buono si rivela il sadico in agguato

2019-03-24 11:52:20

Potreste immaginare di avere vicino qualcuno che credete vi ami per poi scoprire che è la fonte del male allo stato puro ? E come difendersi da un tale maledetto inganno ? Ecco le strategie ed i segnali da tenere d'occhio...

Le relazioni umane sono il primo banco di prova di ciò in cui siamo identificati, in ciò che crediamo di essere e che determina poi il nostro Sistema di Credenze.

L'imprinting registrato alla nascita che ci porta a vivere la vita in automatico anche se crediamo di vivere pienamente, attirerà tutte le esperienze che nella nostra esperienza terrena ci ritroveremo sul nostro percorso.
 

È fondamentale comprendere che ciò a cui apriamo la porta è ciò che veramente ci concediamo, quanto aprire la porta ad un invitato che poi si rivela il peggiore degli ospiti, al quale non abbiamo più il coraggio l’amore proprio e le fermezza di dirgli di andarsene.

Ma non sto parlando di ospiti, bensì della più subdola delle intrusioni: quella architettata dai vostri programmi autosabotanti e dalla vostra inconsapevolezza rinforzata e mantenuta dalla mancanza di attenzione.

Potete scovare il "sadico" camuffato da buono nelle persone più vicine, quelle che magari amate maggiormente e delle quali non dubitereste mai: questo è il motivo per cui ci può voler un lungo tempo prima che vi rendiate consapevoli di ciò che accade. Complici di tutto questo è il fatto che spesso nemmeno lo stesso "sadico" camuffato da buono se ne rende conto.

Di chi vi sto parlando ?

Vi sto parlando di quell'aspetto che si può nascondere in ognuno di noi, rinforzato da sofferenza, rinforzato da tutte le volte in cui vi siete sentiti vittima e che in qualche modo avete voluto una rivalsa contro chi vi ha fatto soffrire...

I primi segnali che potete osservare, anche se sono lì da un mare di tempo a cercare di avvisarvi, sono quelle battute taglienti, quelle continue prese in giro che suonano solo di velata affettuosa canzonatura o presa in giro e che può nascondere la più devastante delle attitudini. Chi ha questo tipo di comportamento può essere o meno consapevole di quanto sta facendo e se tenterete di spiegargli l'attitudine distruttiva del suo comunicare, vi risponderà sorridendo che era solo per gioco e di non prendersela.

Come allora comprendere per entrambe le parti che ciò che sembra un gioco innocuo è di fatto quanto di più distruttivo proprio perché camuffato, inconsapevolmente o no, da affettuosa canzonatura ?

Il vero sadico certo attua le sue strategie in piena consapevolezza di farvi a pezzi, lavorando abilmente grazie alle sue arti manipolative di comunicazione nel farvi credere che vi ama, mentre di fatto sta solo giocando, vi sta solo usando facendovi fare, con un po' di recitato affetto, ciò che vuole ottenere da voi.


Chi di cui vi voglio parlare e, che potenzialmente è più pericoloso in un certo senso, è il "sadico inconsapevole", quello che proprio non si rende conto di farvi del male proprio perché anch'egli è stato addestrato inconsapevolmente ad assumere questo maledetto ruolo.

È sempre una conquista quando in terapia una di queste persone che hanno in loro un aspetto/programma di "sadico inconsapevole" vedi apparire sul loro volto e nel loro sguardo lo stupore di uno di quegli a-ha moment, quei momenti di risveglio o presa di consapevolezza, che cambiano completamente la prospettiva.
 

Spesso questo ruolo è assunto o interpretato da chi in ruolo maschile, ma anche chi appartiene al genere femminile ci gioca parecchio. In genere i loro compagni quando sono partners o sono famigliari hanno sofferto e subito per anni in silenzio, o magari hanno tentato disperatamente di spiegar loro di smettere, mentre loro hanno continuato ad agire così convinti che fosse solo affettuosa canzonatura o scherzo innocuo.

Se però la persona/paziente vuole veramente capire e cambiare, spesso perchè l'altra parte li sta lasciando o se ne sono andati dalla loro vita, in preda allo shock di essere apparentemente trattati senza motivo da chi in fondo dicono di amare e credono di trattare amorevolmente, allora incominciano ad ascoltare.

Il punto in sintesi, perché certo descrivere tutto il lavoro da farsi è ambito di percorso guidato da chi ha competenza per svolgere questo ruolo, è rendersi conto che si trova piacere nel mettere a disagio o fare soffrire l'altro anche in minima misura.

L'amore vero non arreca mai nessun tipo di disagio, nessun tipo di imbarazzo, nessun tipo di sofferenza ma ciò che è più importante dire, sia che viviate l'esperienza da una o l'altra parte, è notare il divertimento della persona che arreca sofferenza a qualcun altro. Non importa quanto innocuo possa sembrare: quando in noi troviamo la gioia di vedere l'altro soffrire abbiamo imboccato la via del piacere negativo, del sadismo e nulla vi deresponsabilizza solo perché lo camuffate o scusate da amorevole burla.

Amore, attenzione, rispetto della dignità, rispetto dei limiti e difetti altrui sono caratteristiche di chi ama: giudicare, schernire, prendersi gioco degli altri è sempre un atto di attacco alla parte più vulnerabile che soffrirà veramente di ciò che si sta facendo.
 

 
E a chi subisce questo comportamento da anni: non legittimate più a chi sostiene di amarvi la ben che  minima burla, il ben che minimo scherzo perché oggi sono questi atti, e domani diventano più grandi e peggiori. Ma anche se rimanessero tali sarebbero come la “tortura della goccia”: una goccia è innocua, una dopo l’altra posso fare cumulati un buco o frattura incolmabile.

La strategia è una ed una sola: se vi accorgete di trovare gioia o piacere nell’arrecare il ben che minimo disagio o sofferenza, fermatevi. Senza giudicarvi, semplicemente smettete e chiedete aiuto perché dietro quest’attitudine vi è una parte di voi che sta soffrendo e che chiede di essere ascoltata.

Se invece siete nel ruolo opposto, cominciate ad ascoltare il vostro dolore, prendetelo molto seriamente senza entrare in ruolo di vittimismo e smettete di ascoltare l’affettuosa giustificazione che vi richiede assurdamente di soffrire: chi vi tratta così non lo fa per cattiveria ma per sofferenza propria irrisolta e certo non sarà il cumulare la vostra sofferenza a risolvere la loro. Reagite con amore verso voi stessi e verso l’altro/a comprendendo che entrambi le parti devono uscire da un ruolo distruttivo inconsapevole dei più pericolosi, proprio perché così difficili da vedere camuffati da affettuosa attitudine.

 



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