Arte & Intrattenimento
Zero turismo, l’oceano in Kenya si ripopola di specie rare
Con tutti i problemi che la mancanza di turismo nell’ultimo anno in Kenya, per le ben note cause di forza maggiore, c’è qualche piccolo sollievo che riguarda
la Natura ed il mondo degli animali.
In particolare parliamo delle spiagge costiere del Paese dove finalmente tornano a vedersi specie di pesci e di invertebrati che da tempo si nascondevano o giravano alla larga per via della presenza umana, o che ne subivano le più stupide abitudini.
Innanzitutto le stelle marine.
Dopo la moria a cui sono state sottoposte da anni a questa parte per la moda imbecille di farsi i selfie con loro tirandole fuori dall’acqua, con la mancanza di turisti poco acculturati sull’argomento e spinti da ragazzi di spiaggia e guide improvvisate ancora meno informati e poco attenti anche a loro stesso discapito, sulle spiagge coralline e vicino alla barriera sono tornate a centinaia, nelle loro colorazioni che dal rosso vivo variano fino al violetto e al blu.
Accanto a questa meraviglia dei mari caldi equatoriali e tropicali, che se viene tirata fuori dall’acqua può morire di stress dopo pochi minuti, ci sono altre specie di pesci, come il pagliaccio, il pesce angelo e il pesce imperatore. Tornano felicemente a deporre le uova le tartarughe marine e nella barriera di Watamu splende la bellezza dei coloratissimi nudibranchi.
Bisogna però fare anche attenzione alla “libera uscita” delle murene e all’approdo in superficie del pericolosissimo pesce pietra, l’esemplare ittico più velenoso che esista. Uno shock anafilattico del suo potente veleno può anche causare l’infarto cardiocircolatorio.
Quando la Natura si riprende il mare, insomma, torna ad essere di quella selvaggia bellezza che solo il carburante, l’inquinamento, le creme solari e altre invenzioni umane possono distruggere.
Bisognerebbe approfittare di questo momento per far sì che il ripopolamento del Kenya da parte dei turisti non debba una volta di più coincidere con il deterioramento dell’ambiente.