Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

Zanzare, ecco perché pungono alle caviglie.

2019-07-22 12:20:51

Siete bersagliati dalle zanzare e vi siete accorti che vi pungono soprattutto sulle caviglie? C'è più di un motivo e la scienza è in grado di spiegare perché le zanzare colpiscono l'uomo in aree apparentemente impensabili.

Le caviglie in primis. Ma tra gli obiettivi 'sensibili' degli insetti appartenenti alla famiglia delle Culicidae ci sono anche le ginocchia (in particolare le parti laterali e posteriori), i gomiti e la parte posteriore del collo. Ecco perché le zanzare 'prediligono' alcuni punti del corpo rispetto ad altri.

A spiegarlo ci pensa uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Cell e svolto da alcuni ricercatori dell’università della California. I motivi per cui le zanzare tendono a pungere in determinati punti del corpo rispetto ad altri sono sia di natura chimico-biologica, sia di natura 'pratica'. Le zanzare, di ogni genere, possiedono antenne dotate di centinaia di diversi recettori, in grado di individuare le sostanze chimiche emesse dal corpo. Quando l'uomo respira emette andidride carbonica, ma lo fanno anche i pori della pelle, anche se in modo diverso per ogni parte del corpo: ed è proprio questo il vero e proprio 'richiamo' per le zanzare.

I microorganismi presenti sulla nostra pelle emettono delle molecole in grado di attirare le zanzare, ma non sono distribuiti in modo omogeneo sul nostro corpo. Questo spiega perché le zanzare tendono a pungere in alcuni punti del corpo, ma non è l'unico motivo. Oltre alle ragioni strettamente chimico-biologiche, infatti, ce n'è una decisamente più semplice: le zanzare tendono a pungerci nei punti che sfuggono alla nostra vista e quindi alla nostra attenzione, come, appunto, la parte posteriore delle ginocchia o le caviglie.

L’Enea ha concesso alla startup Biovecblock lo sfruttamento di un metodo biotecnologico sviluppato dai ricercatori del Centro Ricerche Casaccia per limitare la riproduzione della zanzara tigre attraverso la produzione di maschi «sterilizzanti» e questo senza ricorrere a radiazioni mutagene o manipolazioni del Dna. «Questo consentirà di condurre campagne di disinfestazione in campo, basate sul rilascio di esemplari non in grado di riprodursi», spiegano dall’Enea.



«Attraverso il rilascio della nostra linea di maschi sterilizzanti - già in sperimentazione a Roma nell’ambito di una collaborazione scientifica con l’Università Sapienza - verranno abbattute le capacità riproduttive e la densità di popolazione delle zanzare così come il rischio di trasmissione all’uomo di importanti patologie quali dengue, chikungunya, Zika e febbre gialla che sempre più di frequente si affacciano alle nostre latitudini, favorite dai viaggi intercontinentali e dai cambiamenti climatici», commenta Maurizio Calvitti, della divisione Biotecnologie e Agroindustria dell’Enea. 

In pratica, i ricercatori dell’Enea hanno introdotto nella zanzara tigre ceppi specifici del batterio Wolbachia, innocuo per l’uomo e presente in gran parte degli insetti, con un duplice effetto: le femmine manifestano un azzeramento della trasmissione del virus Zika e una riduzione a meno del 5 per cento di quella dei virus di dengue e chikungunya, mentre i maschi rendono sterili le femmine selvatiche con cui si accoppiano. L’accordo di collaborazione con Biovecblok si inquadra nell’ambito della mission Enea di trasferire alle imprese i risultati della ricerca, favorendo la competitività e la creazione di posti di lavoro.

Fondata nel 2016 da 4 giovani ricercatori dell’Università di Camerino, Biovecblok si è finanziata con una campagna di crowdfunding sulla piattaforma «Backtowork24» e ha già ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui: il terzo posto al Global Social Venture Competition (World Final 2017) della Haas School of Business dell’Università di Berkeley California, la menzione speciale al Premio Marzotto 2016 ed è stata selezionata tra le 20 migliori startup italiane che hanno partecipato al programma «B-Heroes», un percorso di accelerazione per aziende italiane ad alto contenuto di innovazione, che sarà raccontato in un format televisivo.