Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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L’EQUILIBRIO INSTABILE

2021-04-08 12:35:08

In realtà negli ecosistemi, siano essi pienamente naturali o antropizzati, l’equilibrio ha sempre una componente fortemente dinamica. Si crea una

condizione di stato stazionario, ma questo deriva dall’equilibrarsi di flussi, di energia in entrata e uscita, di forze e relazioni tra organismi. L’equilibrio quindi in natura è una sorta di “stabilità” o “stazionarietà” dinamica: i continui cambiamenti nell’ecosfera tendono a perpetuarne le caratteristiche più che ad alterarle.

La natura tende comunque perennemente a raggiungere l’equilibrio o uno “stato stazionario”, pur attraverso una continua e incessante “dinamica” evoluzione.

Qualche ecologista ha, a proposito, coniato un significativo ossimoro, ovvero il concetto di “equilibrio instabile” in riferimento ai processi naturali: paradossalmente l’equilibrio viene creato dal continuo divenire e mutare delle condizioni dell’ambiente e delle infinite interazioni tra le varie creature che lo popolano. È una condizione caratteristica della biodiversità.

Pensiamo alla straordinaria relazione tra gli insetti e le piante.

Dalla notte dei tempi il loro è un vero rapporto conflittuale. Fatto di odio e amore. Di continui cambiamenti che immancabilmente portano poi a nuovi equilibri. Le piante rappresentano, per centinaia di migliaia di specie di insetti, il nutrimento. Tanto che il mondo vegetale ha dovuto sviluppare dei meccanismi per difendersi da questa continua predazione. Una difesa necessaria per non soccombere.

Ma come può difendersi un organismo di fatto quasi immobile come una specie vegetale?

Di certo una pianta non può adottare le due strategie che di solito utilizzano gli animali, dotati di mobilità: la fuga oppure la lotta. Un vegetale non ha gambe per fuggire, ma neppure braccia per sferrare pugni!

Le specie vegetali sono costrette a rimanere e a combattere, ma con delle armi diverse: un vero arsenale di sostanze chimiche. I vegetali, in oltre 800 milioni di anni di permanenza sul nostro pianeta, hanno imparato a produrre uno straordinario arsenale di sostanze chimiche “difensive”.

Il colchiro per impedire di essere mangiato produce un veleno naturale (la colchicina) talmente potente che non solo è mortale se ingerito, ma può causare gravi danni anche solo toccando la pianta.

Pare davvero impossibile che una pianta così bella possa essere tanto letale! È comunque raro che i veleni difensivi delle piante siano anche mortali. Nella maggior parte dei casi intossicano, ma non portano alla morte del predatore.

Un caso esemplificativo è quello del tabacco selvatico. Questa specie viene spesso attaccata dalle larve di molti lepidotteri: questi bruchi si nutrono avidamente delle sue foglie. Il tabacco quando percepisce di essere mangiato da un bruco (riesce a capirlo tramite un segnale chimico presente nella saliva dei bruchi), comincia a produrre un veleno (la nicotina). La nicotina non è mortale, ma intossica il bruco: in particolare agisce sul sistema nervoso del bruco e possiamo dire che ne induce un forte rilassamento. Il bruco, così rilassato, perde il coordinamento della mandibola e quindi cessa di masticare le foglie.

Perché le piante di tabacco non cercano di eliminare, uccidendoli, i bruchi che vogliono mangiare le sue foglie? Semplice la risposta: un giorno quei bruchi diventeranno farfalle, e come tali aiuteranno le piante di tabacco a riprodursi e a propagarne la specie, impollinandone i fiori. Le piante di tabacco hanno quindi scelto un compromesso: accettano in parte che i bruchi si nutrano delle sue foglie, perché un giorno quei bruchi saranno utili. Cercano solo di dissuaderli, quando ne stanno mangiando troppe: il sistema di dissuasione è in fondo una molecola, la nicotina, che rende i bruchi così rilassati che smettono di mangiare.

E gli insetti in tutto questo come si comportano? Per loro le piante rappresentano la fonte primaria di nutrimento: impossibile farne a meno, ma altrettanto importante che quella fonte non si esaurisca mai. Non sorprende che gli insetti siano di fatto i principali aiutanti delle piante nel loro processo di riproduzione. Sono infatti gli insetti che, più di ogni altra specie vivente sulla terra, favoriscono la riproduzione degli organismi vegetali, trasportandone il polline da fiore a fiore.

Poi a loro volta hanno imparato a difendersi dai composti chimici delle piante, sviluppando sistemi per detossificarsi. 

Ad esempio alcune specie di lepidotteri hanno larve insensibili alla nicotina: nel corso dell’evoluzione hanno sviluppato enzimi che degradano la nicotina, impedendole di agire. Invece di produrre nicotina, che sarebbe inefficace contro questi bruchi, le piante di tabacco producono delle sostanze volatili che emesse nell’ambiente hanno la funzione di richiamare i passeri. Queste essenze riescono a richiamare gli uccelli anche a chilometri di distanza: si sa bene che i passeri vanno ghiotti per i bruchi. Una strategia difensiva particolare, in cui il nemico del mio nemico diventa mio alleato.

I processi che avvengono in natura hanno velocità ben precise e diverse tra loro; come le ruote di un ingranaggio, ogni parte dell'ecosfera ha un preciso collocamento nell'architettura del tutto e tutte le parti collaborano a mantenere l'equilibrio globale, che non può mai essere statico, ma forzatamente dinamico.

Come tra gli insetti e le piante. Da milioni di anni convivono sul nostro pianeta, in una relazione che possiamo definire burrascosa, fatta di grandi scontri per la sopravvivenza, ma anche di tanti compromessi.

In un’ottica finale in cui nessuno, alla fine, deve avere il totale sopravvento: tale sopravvento significherebbe immancabilmente la fine per tutti!

Se le piante scomparissero a causa della predazione da parte degli insetti, gli insetti stessi sarebbero condannati all’estinzione. Così come se, all’opposto, scomparissero gli insetti sopraffatti dalle piante, molte di loro sarebbero parimenti condannate all’estinzione.

Questo è in fondo il principio che sta alla base dell’instabile equilibrio della natura: un principio che forse noi umani dovremmo fare nostro. Il momento è quello giusto, per cercare di rimediare ai tanti disastri combinati dalla nostra specie e per aprire una nuova era per l’intero pianeta.



fonte innesti.com