Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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La frutta Martorana

2019-10-21 07:39:31

È una tradizione delle mie parti nella festa di Ognissanti, l’1 novembre consumare e regalare questi dolci che prendono il nome da una famiglia aristocratica palermitana. Ho pensato quindi di raccontarvi la storia di questa “frutta”.

La Frutta Martorana, conosciuta anche con il nome di Marzapane vanta origini arabe (XIII-XIV).
Il marzaban era una scatola in legno utilizzata per conservare importanti documenti o per inviare dolcetti realizzati con mandorle, zucchero ed altro. La sagoma della scatola faceva sì che i dolci avessero la forma di panetti: da qui il nome marzapane. A Palermo nel 1193, la Nobildonna Eloisia Martorana, fece costruire un Monastero Benedettino accanto ad una Chiesa (Santa Maria dell’Ammiraglio) ed all’annesso Convento. In suo onore tutto il complesso prese il nome di Martorana e così anche i dolcetti preparati dalle Suore del Convento. Secondo la storia, pare che il giardino del Convento avesse degli ortaggi e degli alberi da frutto molto belli e generosi. Sembra che il Vescovo volle visitare questo giardino ma scelse la festa di Ognissanti che cade il primo di novembre. Le suore per rendere il giardino ricco di frutti, prepararono con il marzapane la Frutta Martorana e la colorarono al fine di abbellire il giardino per la visita del Vescovo. Ecco perché dalle mie parti, il giorno dei morti si usa comprare un vassoio di frutta martorana.

Passiamo ora alla ricetta che è semplice e veloce


Ingredienti 

  • 1kg Farina Di Mandorle

  • 370 g zucchero A Velo

  • 35 g glucosio

  • 70 ml acqua

  • 4 gocce essenza Mandorla Amara

    Preparazione
    Prendete un recipiente e versatevi la farina di mandorle.
    Aggiungete lo zucchero a velo, lo sciroppo di glucosio e infine le gocce di essenza di mandorla amara. Prendete l’acqua ed iniziate a bagnare gli ingredienti. Lavorate con le mani l’impasto. Considerate che il pochi minuti la vostra palla di impasto sarà pronta. Non versate subito tutta l’acqua perché potrebbe essere in eccesso. In alcune ricette la quantità di acqua è di 200 ml per 1kg di farina di mandorle. Dipende dal tipo di mandorle che si utilizzano e da come riescono ad assorbire i liquidi. Non appena il vostro panetto sarà pronto lasciatelo a riposare così come si fa con la pasta fresca. Dopo circa 30 minuti, iniziate a formare la vostra frutta martorana. Chiaramente vi servono gli stampi. La tradizione li consiglia in gesso (non acquistate stampi in silicone per questa preparazione).Potete scegliere tra tanti soggetti diversi. Ricoprite di pellicola il fondo dello stampino. Inserite all’interno un po’ di impasto fino a riempire lo stampino. Ricoprite l’impasto esterno con un lembo della pellicola alimentare. Ruotate di 180° lo stampino pressandolo sul piano d’appoggio al fine da far imprimere sull’impasto la forma dello stampo.
    Ed ecco come si presenterà la frutta martorana quando avrete sollevato la formina (in questo caso lo stampino è quello della fragola).





liberate dalla pellicola alimentare la vostra frutta martorana e, con l’aiuto di un cutter, tagliate l’impasto in eccesso. Ripetete i passaggi per tutto l’impasto e lasciate la frutta martorana scoperta per almeno due giorni prima di procedere alla pitturazione. La pitturazione va fatta a pennello con colori in polvere che vanno sciolti in acqua oppure con aerografo con colori adatti a questo strumento. Che ne dite di questa ricetta della tradizione Siciliana?