Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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La dislessia: riconoscerla sin dai primi sintomi e imparare a gestirla.

2019-09-30 20:51:23

La dislessia è un disturbo del neurosviluppo che rientra nella categoria dei DSA, ovvero dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento; si manifesta con una difficoltà nella codifica del testo e con un impiego maggiore di energia rispetto i compagni di scuola. La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce..

la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, appunto "DSA".In alcuni casi questa situazione di difficoltà viene inizialmente interpretata con mancanza di volontà nel concentrarsi. In realtà, facendo dei test specifici ci si può rendere conto di cosa si tratta realmente. Questo disturbo, tuttavia, inizia a manifestarsi nel periodo di scolarizzazione quando si inizia a leggere. Prima è alquanto difficile riuscire a intervenire.


Dislessia: sintomi

Se si ha il sospetto che il bambino o l’alunno possa essere dislessico si consiglia di fare molta attenzione a come legge. Se la lettura risulta lenta e con molti errori, è opportuno chiedere un consulto specifico. Lo stesso vale per la parte scritta che si manifesta con molti errori di ortografia e una scrittura stentata.
Particolari difficoltà si manifestano anche nell’apprendimento delle lingue straniere e nei calcoli che richiedono una studio mnemonico. Uno dei sintomi più comuni in un bambino dislessico è la stanchezza. Dopo pochi minuti di studio, infatti, si sente stanco e non riesce più a concentrarsi bene. Per questo motivo si consiglia di fare una pausa di alcuni minuti per rilassare la mente, mangiare cibi energetici o bere qualcosa e riprendere con calma. Uno sforzo eccessivo e prolungato è controproducente.

Cosa fare in caso di dislessia?

La prima cosa da fare dopo un’attenta osservazione è quella di eseguire una valutazione specialistica. Ci si può rivolgere all’ASL di appartenenza presso il Servizio di Neuropsichiatria Infantile o Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile o di Neuropsicologia per avere le giuste indicazioni. In alternativa, è possibile rivolgersi all’associazione italiana dislessia, AID, per conoscere la normativa regionale e sapere quali sono i centri privati autorizzati.
Nell’interesse dell’alunno in questi casi diventa di fondamentale importanza il contatto con la scuola di appartenenza per tutelarlo, parlarne con gli insegnanti e tenerli aggiornati su tutti gli sviluppi.
Durante la mia carriera ho avuto moltissimi casi di bambini DSA, anche quando non esisteva nessuna normativa e spesso è capitato che nella scuola primaria non erano stati riconosciuti alcuni sintomi descritti sopra. Tante volte il compito più difficile è stato convincere i genitori, con la dovuta discrezione e senza rischiare di creare fratture nella coppia, a sottoporre il bambino ai test opportuni e sopratutto spiegare che non era un capriccio di un team di docenti, ma che stava agendo per il bene e nell’interesse del bambino.
Altrettanto spesso mi è capitato di incontrare la resistenza di questi genitori come se volessimo bollare il loro figlio, senza valutare che sarà cura del corpo docente trovare un piano di studio e i mezzi adeguati per venire incontro alle esigenze di ogni bambino dislessico. Sarà, per esempio, concesso maggior tempo per svolgere una verifica o verrà ridotto il numero di esercizi o di difficoltà.