Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Il fiore di curcuma, bello e resiliente.

2020-06-10 20:19:02

Bello come un tulipano, forse più. È il fiore di Curcuma che si può coltivare anche solo per la bellezza del suo fiore. Quella rizomatosa è la Curcuma Longa, una pianta erbacea conosciuta anche come Zafferano d’India, dall’arabo kurkum che vuol dire appunto zafferano, in virtù della caratteristica

polvere gialla ricavata dai suoi rizomi carnosi.

La varietà più diffusa è la Curcuma Alismatifolia, originaria della Thailandia, caratterizzata da copiose e lunghe foglie, da cui si ergono alti, rigidi e tondeggianti steli dove sbocciano coriacei petali colorati dalla forma appuntita, che compongono scenografici calici floreali di superba bellezza.

Una caratteristica insolita è la presenza, sotto le corolle, di piccoli fiorellini di diversa fattura e colore, che conferiscono all’insieme un aspetto notevolmente originale. Di questa specie si contano circa ottanta diverse varietà, tutte erbacee, arbustive, bulbose e con comportamento perenne.

In generale, la pianta si presenta con un fusto carnoso alto da 45 a 70 centimetri (dipende dalla varietà) e con un’infiorescenza a forma di spiga, composta da brattee che contengono i fiori.

Le brattee sono più verdi alla base, mentre assumono diverse colorazioni nella parte apicale, dal giallo, al rosa, al bianco e al violetto. Il periodo della fioritura comincia in primavera e dura fino all’inizio della stagione autunnale (da metà maggio a fine ottobre).

Si tratta di una pianta perenne, il cui rizoma può essere conservato, in ambienti la cui temperatura non va al di sotto dei 17°, mentre le temperature estive non dovrebbero superare i 38° con un tasso di umidità non inferiore al 60%.

Il fiore di Curcuma è apprezzato anche per la durata dei fiori recisi: circa 3 settimane, e risulta quindi perfetto per i fioristi che li usano spesso per arricchire esotiche e scenografiche composizioni. Il tema della caducità dei fiori recisi non è banale.

Questo particolare quanto complesso momento storico – dice un florovivaista Leopoldoinvita tutti a riflettere sull’importanza della natura e del rispetto dell’ambiente. Senza il silenzio imposto dal virus non avremmo preso coscienza della dispotica dissipazione del rapporto uomo-natura come dello stordimento provocato dall’inquinamento ambientale. La pandemia ci ha fatto capire, se ancora fosse stato necessario, che il surriscaldamento dipende dalle azioni dell’uomo e non dai capricci della natura, e ci siamo resi conto che il cambio di paradigma è possibile, e anzi necessario: il Coronavirus ha confermato che il vecchio modello di sviluppo non regge più, e serve andare velocemente verso un’economia verde