Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Forse non tutti si ricordano che Brindisi è stata capitale d'Italia. Cosa avvenne nel 1943

2019-07-31 13:40:02

In questi giorni ho fatto una visita alla città di Brindisi e, come amo fare spesso, mi sono documentata un po’ sulla sua storia. Così ho scoperto questa notizia che non credo di aver mai sentito e adesso voglio condividerla con voi. Leggete qui

Brindisi fu capitale d’Italia subito dopo l’armistio: perché non riconoscerlo? È questo l’interrogativo che il sindaco della città pugliese Domenico Mennitti ha rivolto direttamente al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al quale ha chiesto, con una missiva, «la Sua posizione rispetto alla vicenda che nel 1943 vide per qualche mese Brindisi capitale d’Italia in un momento tra i più tragici della storia nazionale» (Nella foto evidenziati il Re Vittorio Emanuele che fa il saluto militare, il generale Badoglio e alle loro spalle il Principe Umberto a Brindisi)

Radio Bari la sera dell’11 settembre 1943 e «La Gazzetta del Mezzogiorno» la mattina successiva iniziarono a diffondere i tardivi proclami del re, Vittorio Emanuele III, e di Badoglio, capo del governo dopo la cacciata di Mussolini, che da Brindisi incitarono gli Italiani a reagire agli atti di devastazione ed alle «azioni aggressive dei tedeschi». L’emittente barese, assieme al giornale, fu dunque il primo organo d’infor - mazione in Italia ad annunciare la sistemazione a Brindisi dei rappresentanti della monarchia e del governo, in fuga da Roma, diretti verso Pescara nelle prime ore successive all’annuncio dell’ar mistizio. L’arrivo nel porto pugliese il pomeriggio del 10 settembre 1943 della nave «Baionetta» con il prezioso carico, preceduto dall’incrociatore «Scipione l’Africano», venne così descritto nel volume Il regno del Sud da Agostino degli Espinosa: «In cima al barcarizzo si trovava il ministro de Courten, e il comandante Piazza lo aveva appena salutato, quando, incredibilmente gli apparvero sul ponte il Re, la Regina, il Principe, il Maresciallo Badoglio in mezzo ad un gruppo di persone, parte in uniforme, parte in borghese. Avevano tutti l’aspetto stanco, e gli abiti militari e civili, accusavano una lunga fatica». 

La permanenza a Brindisi del re e del governo durò sino alla fine di febbraio 1944 quando si decise il trasferimento a Salerno della presidenza del Consiglio e del ministero dell’Interno, che furono collocati nel palazzo del municipio; mentre i ministeri militari rimasero nelle antiche sedi di Lecce, Taranto e Bari. Il sovrano e la corte si stabilirono a Ravello, lungo la costa amalfitana, ospiti nella villa dei De Sangro. Ma Brindisi fu davvero «capitale » d’Italia? Nella permanenza in Puglia - sostenne il filomonarchico degli Espinosa - «la capitale del regno era Brindisi, mentre il centro della vita politica era Bari».Qui funzionava l’Ufficio stampa del governo ed erano collocate le agenzie di stampa internazionali e gli uffici più importanti della Commissione di Controllo Alleata, assieme a diversi ministeri. Infatti la vita politica del Regno del Sud si caratterizzò negli ultimi mesi del 1943 per il ritorno alla legalità dei partiti antifascisti e balzò all’attenzione dell’ opinione pubblica internazionale dopo l’annuncio della convocazione del Congresso dei Cln (Comitati di liberazione nazionale) che si svolse a Bari il 28 e 29 gennaio 1944. I partiti del CLN ebbero il merito di porre con forza nel «primo congresso antifascista dell’Europa liberata» (definito da Radio Londra il più importante avvenimento della vita politica interna italiana dopo la caduta del fascismo) la questione istituzionale (il passaggio dalla monarchia alla repubblica) e la partecipazione dell’Italia alla guerra di Liberazione.

L’eco internazionale di quell’avvenimento barese sorprese tutti i corrispondenti della stampa straniera ed impressionò favorevolmente l’opinione pubblica del mondo libero. Il significato più alto dell’intero periodo storico, noto come Regno del Sud, fu sottolineato dal grande storico Giorgio Spini, protagonista di quegli eventi, che affermò: «Il Congresso di Bari rappresentò nel modo più concreto la saldatura tra la lotta armata dell’antif ascismo settentrionale e la lotta politica dell’antifascismo meridionale e rappresentò un evento fondamentale nella storia non solo delMezzogiorno ma dell’Italia tutta». In definitiva la Puglia, dopo l’8 settembre 1943, ebbe il merito di impedire la dissoluzione dello Stato nazionale e di porre le premesse per il rinnovamento istituzionale e per la rifondazione dello Stato su basi democratiche. Il Congresso di Bari fu infatti, secondo Spini «il primo anello della catena che ci ha condotti alla Costituente ed all’avvento della Repubblica».