Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Fare il bagno dopo mangiato....

2019-08-05 06:17:44

Nel periodo delle vacanze capita, purtroppo non così raramente, di leggere notizie di persone giovani e meno giovani che imprudentemente, a causa delle temperature elevate, si tuffano in mare e muoiono. Per questo motivo ho pensato di riportare qui qualche consiglio e/o suggerimento.


Naturalmente, per vivere delle vacanze serene e prive di preoccupazioni, è sempre buona consuetudine chiedere consiglio al proprio medico di fiducia: saprà fornire le indicazioni più idonee per dei bagni in sicurezza, anche e soprattutto con i bambini.

Sarà capitato a molti, soprattutto durante una vacanza balneare all’estero, di notare come la maggior parte delle persone si immerga in acqua anche in prossimità del pranzo. Questo perché la concezione della pericolosità del bagno dopo mangiato è tipicamente insita nella cultura italiana: si tramanda di generazione in generazione, come buona pratica popolare.

Il timore è quello della congestione digestiva: un situazione di grave malessere dovuto al repentino cambio di temperatura dell’organismo, a causa dell’acqua più fredda rispetto alla temperatura esterna, che porta a concentrare il flusso sanguigno verso la periferia del corpo anziché allo stomaco per completare la digestione. I sintomi comprendono spossatezza, malessere, confusione, dolori addominali e svenimento: in acqua una simile condizione può risultare decisamente pericolosa, poiché questi segnali dell’organismo – in particolare la perdita di conoscenza – aumentano il rischio di annegamento.

Eppure, sebbene nella tradizione popolare sia abitudine evitare il bagno prima delle tre ore dal pasto, non esisterebbero precise conferme scientifiche. Così come spiega Uppa, la rivista dei pediatri rivolta ai genitori, non vi sono dati che possano confermare una correlazione tra bagno dopo mangiato e aumentato rischio di annegamento. Questo perché non è tanto la digestione in sé a rappresentare un problema, ma il vero e proprio shock che l’organismo subisce entrando improvvisamente in un ambiente freddo – in questo caso il contatto con l’acqua fresca del mare – dopo aver trascorso parecchio tempo in aree ben più calde. Le evidenze raccolte all’estero, dove la consuetudine non è diffusa come in Italia, non rilevano un aumento di casi di malessere o annegamento per un bagno dopo aver assunto cibo.

Determinare quante ore attendere, però, non è universalmente possibile: questo non solo perché la durata della digestione varia da persona a persona, ma anche perché il processo digestivo è diverso a seconda degli alimenti ingeriti e delle quantità assunte. Concedersi un pasto leggero, magari a base di frutta o di uno snack, potrebbe garantire la possibilità di entrare in acqua dopo una breve attesa. Un pranzo con i fiocchi, soprattutto se sono presenti fritti o pietanze particolarmente caloriche o grasse, suggerirebbe invece qualche ora di riposo, magari leggendo un buon libro all’ombra di un ombrellone. Per queste ragioni, le classiche tre ore devono essere considerate come un semplice suggerimento popolare: la durata è soggettiva, perciò si consiglia di attenersi alle indicazioni fornite dal proprio medico di fiducia.

Altrettanto importante, nel frattempo, è prendere delle dovute precauzioni:

  • Valutare il pasto: come già accennato, i tempi di digestione variano a seconda dei cibi e delle quantità. Dopo una grande abbuffata, sarebbe meglio rinunciare all’immersione;
  • Evitare shock termici improvvisi: indipendentemente dalla digestione in corso o meno, quando si è al mare bisognerebbe evitare gli shock termici improvvisi. Un tuffo spericolato in acqua fredda, infatti, costringe il corpo ad adeguarsi in modo repentino allo sbalzo di temperatura, causando potenziali malesseri. In particolare, è necessario evitare il brutto impatto dell’acqua fredda sul viso;
  • Immergersi progressivamente: il modo migliore per abituare l’organismo alle temperature dell’acqua, garantendo un efficace compensazione del flusso sanguigno, è immergersi poco alla volta, attendendo qualche decina di minuti prima di bagnare l’intero corpo. Non ultimo, rimanere con l’acqua alle ginocchia permette di monitorare il proprio benessere, offrendo la possibilità di ritornare velocemente a riva in caso di malesseri;
  • Rinunciare all’alcol: lo stato di alterazione causato dal consumo di alcolici può aumentare il rischio di annegamento, poiché riduce la prontezza dei riflessi, la capacità d’attenzione e induce sonnolenza;
  • Evitare bibite ghiacciate: il consumo di bevande ghiacciate dopo un pasto, magari bevute in un sorso solo, rappresenta una delle principali cause di blocco digestivo. Meglio ricorrere a prodotti a temperatura ambiente o, ancora, solo leggermente rinfrescati;
  • Ridurre gli sforzi: nella vicinanza del pasto, non è comunque indicato lanciarsi in nuotate da competizione, poiché si rischia di affaticare il fisico più del dovuto, subendo anche cali di pressione. Ancora, è necessario non rimanere da soli: sempre meglio scegliere un bagno sotto il monitoraggio di un amico o un parente, che possano intervenire in caso di problemi.