Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Dalla buccia d'arancia il tovagliolo compostabile

2021-03-23 14:53:14

Negli stabilimenti Essity di Lucca e Pistoia gli scarti degli agrumi vengono trasformati in carta “tissue“ biodegradabile al 100%, risparmiando fino al 15%

di materie prime. "Le bucce vengono lavorate meccanicamente senza utilizzo di solventi chimici"
Difficile pensare a un uso alternativo delle bucce d’arancia che non sia quello di finire nel bidone del compost. Eppure c’è chi da quegli scarti è riuscito a tirar fuori fazzoletti e tovaglioli di carta. Lo ha fatto in Toscana Essity, azienda svedese leader nella produzione di carta tissue (quella degli asciugatutto). Nei suoi quattro stabilimenti tra Lucca e Pistoia, Essity si è data un obiettivo: ridurre la quantità di cellulosa ricavata dagli alberi necessaria per realizzare la carta assorbente. Provando a sostituirne almeno una parte con le fibre contenute negli scarti di arance, mais e caffè. Così è nata "Crush", la carta biodegradabile e compostabile al 100% made in Italy, ipoallergenica e dermatologicamente testata. 
L’azienda la utilizza per produrre tovaglioli, carta cucina, fazzoletti e carta igienica, risparmiando fino al 15% di materie prime. In questo modo è riuscita ad abbattere il fabbisogno di alberi, riducendo in modo sensibile l’impatto ambientale delle sue cartiere. “Il gruppo ha origini svedesi: la sostenibilità è alla base del nostro modo di fare business, sia nei confronti dell’ambiente che della comunità”, sottolinea Ivan Ferrini, Operations director Italia global manufacturing di Essity. "Da alcuni anni cercavamo di individuare soluzioni alternative per impiegare minori quantità di cellulosa vergine, ad esempio attraverso l’upcycling dei residui della filiera agroalimentare", racconta. 
Residui come il cosiddetto pastazzo di arance, cioè quell’insieme di scarti di bucce, polpa e semi che resta al termine della produzione industriale dei succhi di frutta. "Attraverso un processo industriale innovativo, sviluppato da Essity insieme a Favini (la storica cartiera della provincia di Vicenza, ndr), le bucce degli agrumi vengono processate fino a diventare una materia prima assimilabile alla cellulosa, idonea alla produzione della carta", spiega Ferrini. 
Il vantaggio di questo tipo di lavorazione, fa notare il manager, è che l'intero processo prevede un minor utilizzo di sostanze chimiche rispetto all'impiego del 100% di fibra riciclata. "Le bucce vengono lavorate meccanicamente senza utilizzo di solventi chimici, e valorizzate come nuova materia prima per realizzare carte ecologiche e di alta qualità, garantite dal marchio Ecolabel". 
In Italia, l’azienda (proprietaria tra gli altri dei brand Tempo, Tork, Tena, Nuvenia) è sbarcata negli anni Ottanta: oggi conta 900 dipendenti e quattro stabilimenti ad alta tecnologia, dislocati tra le province toscane di Lucca e Pistoia. Circa 12 miliardi di euro il fatturato del 2019 a livello globale, mezzo miliardo prodotto dalla divisione italiana. Il gruppo guarda al futuro: negli ultimi due anni, Essity Italia ha investito 47 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo centro per la produzione di tovaglioli ad Altopascio, nei dintorni di Lucca, nel cuore del distretto toscano della carta. E ha messo al centro dei propri obiettivi la riduzione dell’impatto ambientale. 
“Dal 2015 in Essity Italia siamo riusciti a tagliare del 20 per cento i consumi di acqua da falda e dell’11% le emissioni di CO2 – dichiara Ivan Fabbrini – In futuro vogliamo continuare a investire per perseguire un modello di economia circolare”. Oltre alla carta "Crush" ricavata dalle bucce d’arancia, il gruppo sta infatti sperimentando nuovi processi produttivi sostenibili. Negli Stati Uniti, Essity ha sviluppato una tecnologia chiamata "Phoenix Process", che converte la paglia in polpa adatta alla produzione di prodotti di carta. La carta bianca creata con questo metodo, viene spiegato, è paragonabile a quella ottenuta con la cellulosa. La produzione per il momento è prevista solo nello stabilimento di Mannheim, in Germania. Ma non è escluso che possa presto estendersi anche al distretto toscano.


fonte repubblica.it