Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Corallo: proprietà e uso in cristalloterapia

2019-09-14 12:29:49

Il corallo rappresenta da sempre un elemento di gran fascino per l’uomo, tanto da essere stato impiegato nei secoli per la produzione dei più svariati gioielli e manufatti, nonché come pietra dal forte significato simbolico. Eppure il corallo non può essere considerato una pietra in senso stretto...

 si tratta di un vero e proprio scheletro, prodotto da piccoli organismi marini, essenziale per la loro esistenza e difesa. 

Il corallo è un elemento essenziale per la salute e la sopravvivenza di tutti gli organismi marini. Sempre più minacciato dai cambiamenti climatici e dall’incremento delle temperature delle acque – tanto che si assiste sempre con più frequenza al preoccupante fenomeno dello sbiancamento della barriera corallina – è oggi soggetto a diverse misure di protezione. In molti Paesi la raccolta è strettamente regolamentata – quando non vietata – e, in un’ottica di protezione ambientale, sarebbe meglio orientarsi su altre tipologie di minerali e pietre.

Con il termine corallo si intende, almeno nel linguaggio comune, lo scheletro calcareo di alcuni organismi marini. Si tratta di piccoli esemplari poliposi, appartenenti a diverse specie come gli alcionacei e gli antozoi, che secernono carbonato di calcio. Questo minerale si solidifica attorno al corpo molle di questi organismi, fornendo una funzione di sostegno e di protezione, nonché garantendo la formazione di numerose colonie aggregate. Per questa ragione, il corallo non può essere considerato una pietra o un minerale, ma una parte strategica di organismo vivente vero e proprio.

Poiché gli organismi che producono corallo vivono in grandi colonie, nel tempo la solidificazione del carbonato di calcio porta alla creazione di vere e proprie scogliere, tanto che si parla di barriera corallina. La più famosa è quella australiana, di oltre 2.200 chilometri di lunghezza. Queste barriere offrono protezione a molte specie marine, nonché garantiscono la proliferazione di numerose tipologie di pesci, preservando la biodiversità degli habitat. Quando gli organismi protetti dallo scheletro corallino concludono il loro ciclo vitale, le sedimentazioni rimaste vengono velocemente occupate da altri esemplari.


Il corallo si caratterizza per le più svariate forme, normalmente irregolari. Il più famoso è il corallo rosso, con le sue caratteristiche e inconfondibili ramificazioni, ma esistono varietà bianche, nere e marroni, dallo sviluppo sia orizzontale che verticale. 

Il corallo, in particolare quello rosso, è un materiale che da sempre affascina l’uomo. Per questa ragione, non stupisce che nel corso dei secoli vi siano stati attribuiti i più svariati significati e, ancora, che sia stato scelto per l’uso all’interno della cristalloterapia.

In tempi antichi, il corallo era impiegato dalle popolazioni affacciate sul Pacifico come amuleto e protezione contro le divinità malvagie, poiché si credeva potesse avere poteri esoterici. Sul bacino del Mediterraneo, invece, veniva impiegato in agricoltura: ridotto in polvere, si pensava potesse garantire una grande fertilità dei terreni, proteggendo i raccolti. Dalle popolazioni del Sudamerica, ancora, è stato spesso scelto anche come materiale per l’edilizia, ad esempio per la fortificazione dei porti.

La cristalloterapia associa ai coralli degli effetti calmanti e depuranti, sia a livello fisico che psicologico. Il corallo rosso è visto come un elemento utile a stimolare l’energia e la creatività, mentre quello bianco – o di colorazioni blande – come alleato per l’autostima e per combattere disturbi correlati all’ansia e allo stress. Poiché indica la capacità di elevarsi a livello spirituale, l’elemento può tornare utile in qualsiasi momento di tensione della vita, per aiutare a trovare una nuova prospettiva per la risoluzione di un problema. Può essere posizionato nelle stanze dove si necessita una spinta energetica – ad esempio nello studio – oppure indossato in ciondoli e collane, possibilmente vicino al cuore.