Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Calorie-Joule, conversione e perché troviamo entrambi i valori in etichetta

2019-09-09 21:31:31

Durante la mia carriera di docente ho abituato fin dalla I^ media i miei allievi ad osservare le etichette dei prodotti che consumavano sia cibi sia bevande. Partivo in I^ con l’osservazione delle etichette dell’acqua per poi passare in II^ all’interno di un progetto di Educazione Alimentare

alle etichette nutrizionali di ogni genere di alimenti e bibite.

Per comprendere se il consumo di un determinato cibo era “salutare” o “spazzatura” era ovviamente necessario ricollegarsi allo studio delle percentuali in Matematica, e quindi osservare che tutte le etichette riportano i dati organizzati in tabelle suddivise in colonne riferite a 100 g o ml di prodotto con l’indicazione delle calorie (cal o Kcal) e dei Joule (J o KJ). Per evitare di fare confusione e di non interpretare correttamente i parametri indicati, è utile conoscere le differenze tra le due tipologie di misurazione. Le aziende più attente all’informazione del cliente riportano i valori anche per singolo pezzo (pensiamo alle confezioni di merendine, snack, biscotti,....). L’interpretazione di queste etichette, oltre ovviamente le scadenze, i luoghi di produzione, i prodotti artigianali e quelli industriali, con la scritta generica “prodotto dall’ UE” o con le varie sigle DOC, DOP, DOCG,...avevano lo scopo di indurre un metodo applicabile in ogni circostanza.

Possiamo paragonare le etichette alimentari alla carta di identità di un cibo confezionato, un elenco di informazioni che è importante conoscere per poter rispondere  ad alcuni quesisti. Quanti grassi contiene? Qual è il contenuto di zuccheri? Quante calorie si assumono consumando un determinato alimento? È proprio quest’ultimo aspetto a fare la differenza quando si tratta di decidere se acquistare e consumare un cibo, soprattutto quando si segue una dieta dimagrante e si è tenuti a calcolare in modo preciso l’apporto energetico giornaliero.

La definizione scientifica della caloria è “l’energia necessaria a un grammo di acqua distillata per innalzare la temperatura di un grado centigrado, da 14,5 C° a 15,5 C°“. Si capisce che è un valore molto piccolo quindi per convenzione, si utilizza la chilocaloria che corrisponde a un multiplo della caloria e rappresenta complessivamente 1000 calorie.

Il Joule, invece, corrisponde alla quantità di energia consumata da una forza pari a 1 newton nel momento in cui il suo punto di applicazione si sposta di 1 metro nella stessa direzione della forza applicata. Anche in questo caso, si utilizza il multiplo chilojoule che corrisponde a 1000 Joule.


Conversione

Tra la caloria e il Joule non ci sono differenze dal punto di vista nutrizionale, infatti i due parametri esprimono il medesimo valore utilizzando, tuttavia, un’unità di misura di base differente. Per effettuare la conversione tra chilocalorie e chilojoule, è sufficiente tenere a mente che ciascuna Kcal equivale a 4,184 Kjoule. Per passare da chilocalorie e chilojoule, quindi, basta moltiplicare per 4,184.

Secondo il Regolamento europeo 1169/2011, normativa che detta regole precise relativamente al contenuto delle etichette alimentari, l’apporto energetico deve necessariamente essere espresso sia in chilocalorie sia in chilojoule. Anche in Italia, quindi, l’adeguamento agli standard europei impone l’uso della doppia numerazione su ciascuna etichetta. Se da un lato l’indicazione del valore energetico di un cibo sia in calorie sia in joule arricchisce il patrimonio informativo appreso dallo standard europeo-consumatore, dall’altro lato il rischio di essere tratti in inganno dalla presenza di numerazioni diverse è sempre dietro l’angolo.

Osservando i valori espressi in Kcal infatti, si nota subito come la cifra indicata sia sempre inferiore rispetto a quella indicata in KJ. Solo per fare alcuni esempi, cento grammi di pasta permettono di assimilare circa 350 kcal che corrispondono a circa 1.520 Kjoule. Un etto di gelato, invece, forniscono circa 300 chilocalorie, cifra che espressa in chilojoule sfiora la cifra 1.300. L’apporto energetico fornito da una pizza margherita, infine, può variare da circa 700 chilocalorie a oltre 2.900 chilojoule. 

Il consiglio è sempre quello di prestare molta attenzione alla lettura delle etichette nutrizionali, ricordando sempre oltre al conteggio delle calorie è importante valutare l’apporto di ogni singolo nutriente – carboidrati, grassi, proteine – per fare in modo che la propria alimentazione sia il più possibile completa e bilanciata.