Rosa Borgia

Arte & Intrattenimento

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Australia, scoperta un'enorme barriera corallina. È più alta dell'Empire State Building

2020-10-28 13:23:40

Da 120 anni non avveniva una scoperta del genere. La barriera "distaccata" del Great Barrier Reef è alta 500 metri e si estende per 1,5 chilometri. Gli esperti: "Eccezionale, potremmo anche scoprire nuove specie".

Una gigantesca barriera corallina, più alta dell'Empire State Building, è appena stata scoperta da un gruppo di scienziati nelle profondità dell'oceano al largo delle coste del Queensland, in Australia. Erano 120 anni che non venivano individuate nuove barriere di questo tipo e di questa dimensione: si tratta di una parte distaccata della Grande Barriera Corallina che misura più di 500 metri d'altezza e si estende per circa 1,5 chilometri. Una scoperta sensazionale che regala emozioni dopo anni di notizie terribili per una Grande Barriera sempre più fragile e che solo negli ultimi 25 anni ha perso metà dei suoi coralli.

La nuova barriera è stata individuata per la prima volta il 20 ottobre durante delle operazioni di mappatura subacquee nella zona settentrionale della Grande Barriera condotte attraverso dei robot sottomarini dal team di scienziati guidato da Robin Beaman della James Cook University, operanti a bordo della nave da ricerca Falkor del Schmidt Ocean Institute. Il 25 ottobre il robot "SuBastian", che trasmetteva in live streaming, ha diffuso le prime immagini della barriera "distaccata", che si aggiunge ad altre sette barriere distaccate della Grande Barriera Corallina già scoperte in precedenza dal 1800 ad oggi. La base della barriera è di oltre un chilometro e mezzo e la sua profondità minima è di solo 40 metri sotto la superficie, mentre può arrivare a oltre cinquecento metri di profondità massima. "Siamo sorpresi ed euforici per quello che abbiamo trovato" ha affermato il dottor Beaman. "Non solo mappare in 3D la barriera corallina in dettaglio, ma anche vedere visivamente la scoperta di una nuova barriera con SuBastian è stato incredibile".
Gli scienziati stimano che la barriera possa avere circa 20 milioni di anni e i primi campioni sono appena stati prelevati per poter essere analizzati in dettaglio. Secondo le prime informazioni fornite dai biologi della James Cook University la parte meno profonda della barriera mostra un ecosistema marino eccezionale, vibrante, e ha davvero "una fiorente comunità di coralli - ha detto il dottor Beaman - abbiamo anche trovato molti pesci e anche una ricca popolazione di squali". Queste barriere "distaccate", spiegano gli esperti, sono come montagne sottomarine isolate che offrono una potenziale evoluzione per alcune specie uniche. Ora, grazie al robot SuBastian, gli scienziati sperano di individuare anche possibili nuove specie o altre da "record", come quelle individuate in precedenza proprio durante la spedizione. "Ci vorrà del tempo per lavorare sulle immagini e sui campioni che abbiamo raccolto prima di poter dire se ci sono nuove specie, speriamo di trovarle", spiegano gli esperti.

In passato, gli stessi scienziati avevano già scoperto per esempio la "creatura marina più lunga del mondo registrata", un sifonoforo lungo 45 metri nel canyon di Ningaloo al largo dell'Australia occidentale. La scoperta della nuova barriera, così come delle possibili nuove specie che la abitano, sono la "la prova dell'importanza di esplorare il nostro ambiente sottomarino, in modo da poterlo proteggere" affermano gli scienziati. Come ha detto Terry Hughes della James Cook University l'individuazione di possibili barriere distaccate sconosciute sta ora diventando sempre più possibile grazie alle nuove e migliorate tecnologie. Più profonde e  meno soggette alle pressioni dovute alle attività antropiche, queste barriere sono meno esposte per esempio allo sbiancamento dei coralli che sta devastando la Grande Barriera Corallina, ma sono comunque soggette a degrado, anche se con ritmi più lenti."Abbiamo ancora l'opportunità di salvare la barriera corallina se affrontiamo il cambiamento climatico", ricordano gli esperti.

Mentre prosegue la spedizione della nave Falkor, e verranno create mappe della nuova barriera grazie al programma AusSeabed, dall'8 ottobre è iniziato anche il grande censimento della Grande Barriera Corallina chiamato Great Reef Census in cui un team della University of Queensland, in collaborazione con la Great Barrier Reef Marine Park Authority e l'Australian Institute of Marine Science e con il supporto della James Cook University e di altre realtà, grazie al finanziamento del governo australiano e di alcuni istituti per 10 settimane mapperanno tutti i 2300 chilometri di lunghezza della Grande barriera per comprendere così come gestire il futuro della barriera stessa nel tentativo di salvare i meravigliosi coralli e di preservare i suoi preziosi ecosistemi marini.


fonte la repubblica