UNIVERSO SHIATSU CON ROBERTO ROSSI
Lo Shiatsu ed i bisogni della persona secondo Shizuto Masunaga - PARTE 3
DEFICIT ED ECCESSO (KYO-JITSU)
Il carattere cinese corrispondente alla parola Jitsu 実 rappresenta una casa riempita al massimo. Nella medicina tradizionale ciò denota una condizione Yang di pienezza. E’ facile capire come il movimento possa diventare difficile in una casa piena.
Le condizioni Jitsu vengono sempre trattate con una tecnica “Sha”. Gli Sha, o metodi di sedazione, servono a “disperdere” o trasferire l’energia da una zona all’altra.
Il modo più efficace per disperdere dal Jitsu l’energia in eccesso è quello di modificare l’equilibrio del Ki trattando il Kyo.
Il Kyo 虚, in contrapposizione al Jitsu, è una zona in cui l’energia è carente, e la limitazione del movimento è scarsa o nulla. Il carattere cinese corrispondente alla parola Kyo rappresenta un tumulo vuoto nel centro. Kyo, o vuoto, è qualcosa che non è molto evidente e quindi difficile da trovare. La qualità di “vuoto” del Kyo non implica il fatto che in quel punto non ci sia nulla, ma piuttosto che è difficile da afferrare, perché è arduo vederlo o toccarlo.
Il Kyo viene considerato come la controparte Yin del Jitsu, che è invece una condizione Yang. L’aspetto Yin include tutto ciò che non si manifesta come Yang.
Il Kyo può quindi essere considerato come la controforza che fa emergere il Jitsu. Lo scopo primario della medicina orientale è di fornire un trattamento Ho (in cinese Bu) alle condizioni Kyo. Nelle tecniche Ho si raccoglie o si attira l’energia Ki laddove essa è carente. Attirare energia verso il Kyo (tonificare) è il modo più efficace per modificare l’equilibrio energetico e alleviare la condizione Jitsu. Qui sta la meraviglia e il mistero dell’efficacia della medicina tradizionale cinese.
Il principio base della medicina orientale è che “la carenza di Ki è Kyo e l’eccesso di Ki è Jitsu”. Sia il Kyo che il Jitsu sono un risultato della dinamica del Ki all’interno del corpo.
Le categorie di Kyo e Jitsu vengono anche usate per descrivere la condizione generale di una persona.
Una condizione di debolezza e carenza di energia fisica viene considerata Kyo, mentre una condizione di forza e pienezza di energia viene considerata Jitsu. Poiché Jitsu significa abbondanza di energia, si tende in genere a considerarlo più desiderabile del Kyo. Essendo il Kyo una insufficienza di Ki, che ha estremo bisogno di essere reintegrata e il Jitsu una condizione di iperattività, che richiede quindi una sedazione, entrambe le condizioni possono essere considerate come una deviazione dall’equilibrio naturale.
Per le condizioni Kyo bisogna evitare forti stimolazioni e trattamenti radicali, ma di solito si possono trattare le condizioni Kyo senza grossi pericoli, purché vengano rispettate le più comuni regole di prudenza.
Invece le persone con condizioni Jitsu corrono maggiormente il pericolo di venire danneggiate da rimedi estremi, poiché tendono ad avere reazioni eccessive.
Kyo e Jitsu possono anche essere raffrontati nelle differenze di età. Le persone più giovani hanno la vitalità necessaria a superare la maggior parte dei problemi fisici, ma la loro condizione può modificarsi drasticamente. Così la loro condizione può a volte andare troppo oltre nella direzione sbagliata.
Alle persone anziane invece occorre più tempo per guarire da una malattia, ma la loro condizione normalmente rimane stabile. Una persona anziana che ha problemi di salute ha bisogno di metodi più tranquilli per ristabilire la propria riserva di energia. Nel caso di giovani invece gli interventi curativi possono essere più drastici, e tali trattamenti ottengono spesso buoni risultati. Ciò grazie al surplus di energia che permette loro di affrontare meglio trattamenti radicali o invasivi. Inoltre essi sono in grado di recuperare più velocemente.
In ogni caso Kyo e Jitsu non sono principi assoluti, bensì concetti relativi che non sono in sè né buoni né cattivi. Essi sono molto simili allo Yin e allo Yang, in quanto descrivono due tendenze opposte. La sola differenza sta nel fatto che Kyo e Jitsu descrivono la disponibilità, la condizione funzionale del Ki, o energia vitale.
Nella teoria dello stress del Dr. Hans Selye, questo stesso fenomeno – la distorsione del Ki nel processo vitale – viene descritto come resistenza contro i fattori che creano stress. La distorsione del Ki avviene in risposta allo stress come resistenza contro stimoli avversi, ma il significato particolare di Kyo e Jitsu sta nella distinzione fra l’accettazione passiva di uno stimolo avverso e la resistenza attiva ad esso.
Kyo e Jitsu sono concetti che riescono a catturare la reazione, o la distorsione del Ki, sia nel suo aspetto positivo che in quello negativo, per descrivere in modo più accurato la condizione degli organismi viventi.
Un esempio molto semplice di ciò è la stanchezza. Immaginiamo di essere stanchi alla fine di una giornata di duro lavoro. La reazione fisica evidente è la stanchezza che noi possiamo sentire. L’altra reazione è che la stanchezza ci fa dormire bene la notte in modo da recuperare la nostra vitalità.
Una zona Jitsu del corpo è più visibile e più facile da trovare perché è tesa e resiste a qualunque forza le venga applicata. Così la sensazione al tocco è di durezza e rigidità. La persona toccata spesso ha l’esperienza del dolore e del disagio. Per contro una zona Kyo è carente di energia. Questa carenza di Ki non è chiara ed evidente, e ciò rende la zona Kyo difficile da individuare. E’ difficile localizzare qualcosa che “manca” con una breve indagine, ma questo qualcosa diventa evidente se si cerca dappertutto e ci si accorge che manca.
Distorsioni o squilibri nel Ki comprendono entrambi gli aspetti Kyo e Jitsu e mentre il Jitsu che è pieno e traboccante di energia è più evidente, in effetti è il Kyo che dà al Jitsu la sua energia. Quando una caratteristica Jitsu si manifesta, questo è il segno che da qualche altra parte ci deve essere l’aspetto Kyo. Le persone che hanno un aspetto baldanzoso spesso nascondono delle debolezze. In giapponese la parola “kyosei” (forza vuota) significa bluff o falsa dimostrazione di coraggio. Se una persona è veramente forte in genere evita di sfoggiare la propria forza.
Il nostro stomaco è un buon esempio della dinamica del Kyo. Quando lo stomaco è vuoto le mani e la bocca entrano in azione per riempirlo. Quando lo stomaco si riempie le mani e la bocca interrompono la loro attività e si riposano. Se una persona vuole ancora mangiare anche quando lo stomaco è già pieno, significa che c’è da qualche parte una carenza che deve ancora essere soddisfatta.
Se il Jitsu (tensione) è resistenza alle forze che portano il corpo fuori equilibrio, è anche energia che lavora per ristabilire uno stato di salute equilibrato. Quindi gli squilibri possono anche essere considerati come una forza per riportate armonia ed equilibrio. Imparando ad identificare Kyo e Jitsu, si trova la chiave per ritrovare l’armonia. Solo se diventerete pienamente consapevoli dei vari squilibri o distorsioni nel vostro corpo, sarete in grado di correggerli. Quando avrete riconosciuto uno squilibrio, il modo più semplice per riportare l’equilibrio di energia è quello di reintegrare il Ki carente nella zona Kyo.
Il Jitsu, o la condizione evidente, esiste per indicare la presenza del Kyo. Bisogna fare qualcosa al Kyo prima che il Jitsu possa essere mitigato. Poiché il Jitsu, o il problema evidente, esiste per manifestare la presenza del Kyo, concentrarsi sul Jitsu per modificare la situazione significa impedire al Jitsu di fare il suo lavoro; di conseguenza la resistenza aumenta e il sintomo si aggrava.
Il principio primario del trattamento nella medicina orientale è il Kyo Jitsu – Ho Sha, cioè rinforzare il Kyo e disperdere il Jitsu.