Roberto Rossi

UNIVERSO SHIATSU CON ROBERTO ROSSI

2018-12-12 15:03:10

ANORESSIA, BULIMIA,SHIATSU: Una proposta possibile. Intervista a Stefania Ferri nell’ambito di un Progetto in essere all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna

Il mantra è “interazione”. Territorio d’elezione, il benessere. Qui l’interazione è una interdisciplinarietà fluida, dove la medicina classica interagisce e dialoga con le terapie e le metodiche non convenzionali. A Bologna, dal 1996, è operativo un progetto pilota all’interno dell’Unità Operativa per disturbi del comportamento alimentare presso il reparto di Neuropsichiatria Infantile del Sant’Orsola. Qui, grazie alla intuizione di Stefania Ferri, lo shiatsu si è affiancato alle cure convenzionali, iniziando con trattamenti individuali alle ragazze ricoverate e poi allargandosi come esperienza, dal 2000 in poi, con la realizzazione del Day Hospital e la possibilità di seguire anche soggetti più grandi.

Il tutto, in collaborazione con il prof. Franzoni (primario e direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile e Disturbi del Comportamento Alimentare), la prof.ssa Parmeggiani (neuropsichiatra infantile responsabile del Dh) e la dott.ssa Rossi (psicoterapeuta, responsabile e coordinatrice delle attività riabilitative del Dh).

I numeri inerenti i disturbi alimentari sono in costante aumento. Stando ai dati della Regione

Emilia-Romagna relativi ai pazienti che si sono affidati ai servizi pubblici, nel 2017

i casi sono stati 1.697, di cui 316 minorenni e 1.381 maggiorenni (nel 2013, per fare un confronto, erano 1.251 di cui 182 minorenni e 1.069 maggiorenni). Numeri che, peraltro, segnalano il genere femminile come il più rappresentato

tra i pazienti presi in cura (89%). La prevalenza trattata è di 6,7/10.000 nelle femmine e dello 0,8/10.000 nei maschi. Il 36% dell’utenza si situa nella fascia d’età 18-30, la più numerosa. A questa segue la fascia 14-17

(20%). Tra i minorenni la diagnosi più diffusa è quella

dell’anoressia nervosa (58,2%) seguita da disturbi

dell’alimentazione non specificati (24,9%). Anche tra i

maggiorenni l’anoressia nervosa risulta la diagnosi più

diffusa, seguita da disturbi dell’alimentazione non specificati

(25%) e dalla bulimia nervosa (21,2%).

Il lavoro condotto da Stefania Ferri in questi anni ha fatto

sì che oggi siano le pazienti stesse, sulla base di un

programma specifico, a scambiarsi semplici trattamenti.

Tutto ciò che emerge dall’attività svolta viene riportato

ed elaborato all’interno dell’equipe del Day hospital.

«Un lavoro che aiuta queste ragazze a superare la difficoltà

del contatto fisico - spiega la Ferri - e a scoprire la

possibilità di prendersi cura di sè e di un’altra persona,

insomma le aiuta a fidarsi e ad affidarsi».

Dando loro l’opportunità di acquisire una consapevolezza

diversa del proprio corpo. Dice ancora Stefania Ferri:

“lavorando in Day Hospital l’attività è più articolata,

possiamo fare in modo, nella dinamica del gruppo, di

impostare una corretta gestione del dolore e dell’ansia,

puntando soprattutto a far “vedere” e sentire loro il

proprio corpo, a percepirlo per come esattamente è, ad

annullare la consapevolezza falsata che in questi casi il

paziente ha di sé stesso.

 

Da questo punto di vista lo Shiatsu ha dimostrato la sua importanza per far acquisire al

soggetto la capacità di percepire l’altra persona e, in maniera consequenziale, percepire sé

stessi, invertendo i ruoli. Spesso queste ragazze anoressiche si disegnano senza testa, senza

mani, senza piedi. Dopo un trattamento specifico le parti mancanti riappaiono. Il team

terapeutico così può lavorare meglio, il nostro è un tassello in più che conduce all’obiettivo

finale di “riallacciare” mente e corpo e di sviluppare una migliore capacità di relazione con

gli altri e con sé stessi”.

L’esperienza di Bologna apre senza dubbio scenari di grande interesse in un campo estremamente delicato come quello dei disturbi alimentari. Disturbi in forte crescita e che stanno interessando una fascia di soggetti sempre più giovani e di adulti, di sesso femminile e maschile.

Lo Shiatsu può giocare un ruolo importante nel percorso di recupero dalla malattia, insieme alle cure convenzionali. Ma non è ovviamente possibile lasciare spazio

all’improvvisazione né alla buona volontà. Per questo la proposta operativa di Stefania Ferri a FISIeO e ai suoi Professionisti consiste in un progetto di aggiornamento professionale

specifico nell’ambito dei Disturbi del Comportamento Alimentare, che tenga conto dell’esperienza maturata in seno alle strutture sanitarie e del lavoro sinergico tra le competenze

Shiatsu, le cure mediche e psicologiche.

L’aggiornamento professionale è sviluppabile in una giornata di lavoro, tra teoria e dimostrazione pratica.

Il programma è sinteticamente così articolato:

• una formazione specifica sui DCA, integrando visioni occidentali e orientali, rivolta agli Operatori Professionisti che possono venire in contatto con queste realtà sempre più frequenti nel loro ambito lavorativo e professionale, dedicata al trattamento individuale;

• esposizione dell’esperienza sviluppata in ambito ospedaliero, finalizzata alla promozione di progetti di collaborazione con strutture sanitarie o private.

FONTE: SHIATSU NEWS

 

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