Illuminazione, andata e ritorno

Quando meditiamo, la coscienza si espande oltre ogni confine. Annullando le percezioni ordinarie, diventiamo infiniti e al tempo stesso ci perdiamo in ogni minimo dettaglio del mondo.

Un po' come quando, da bambini, guardavamo estasiati il cielo, diventando una nuvola, il volo di un uccello o semplicemente l'azzurro. Oppure quando fissavamo il ricamo di una stoffa, una formica o un filo d'erba e ci dimenticavamo di tutto il resto...

Una volta che la tua consapevolezza ha toccato certe cime, comprendi che sei tutto e niente, una retta infinita e un punto, l'oceano e una goccia.

Ed è allora che la mente trova la pace, perché, sentendosi già quel tutto, non ha più nulla da inseguire, nulla da bramare, nulla da cui fuggire. E' uno stato interiore meraviglioso, è la calamita che mantiene in movimento la nostra ricerca spirituale.

E' in quella pace che l'ordinarietà del mondo, il "giardino che ride con la frutta", si rivela in tutta la sua mistica semplicità.

L'invito per questa settimana è dunque imparare a goderci il mondo, oltre il giudizio, nel qui e ora. La rubrica #maestri di oggi non è affatto una passeggiata, me ne rendo conto ;) Ma se non ci proviamo ora... quando?!