Quel bisturi letale

La medicina è una di quelle discipline che hanno fatto passi da gigante nel corso della storia e delle sue varie branche, la chirurgia è una di quelle più importanti dato che da essa in molti casi dipende la sopravvivenza più o meno immediata di milioni di persone ogni anno.

Ma se oggi abbiamo chirurghi che usano i robot e le tecnologie più sofisticate per operare, nell'Ottocento i medici si dovevano arrangiare come potevano, con tragiche conseguenze: migliaia di persone morivano durante gli interventi, eseguiti in condizioni precarie e con strumenti poco "curati" sotto vari aspetti, non ultimo quello igienico. Ciò è supportato dalle statistiche: nel XIX secolo la mortalità sotto i ferri era circa del 25%.

A tal proposito è celebre la figura dello scozzese Robert Liston, docente e chirurgo a Londra: soprannominato "il coltello più veloce del West End", era celebre per la velocità con cui operava i pazienti per amputazioni o asportazioni. Dato che all'epoca non c'era anestesia, la velocità dell'intervento era vitale per impedire al paziente di morire dissanguato o per il dolore.

Un brutto giorno però la rapidità del chirurgo gli si ritorse contro: il poveretto che doveva operare si dimenava sul tavolo come un pazzo e Liston decise di procedere comunque con l'amputazione della gamba, come da programma. Sfortunatamente il coltello del chirurgo fu "sviato" dai continui movimenti del paziente e andò a tranciare le dita di un assistente che stava cercando di tenere fermo l'uomo sul tavolo, quindi proseguì la sua corsa e tagliò uno spettatore che assisteva all'operazione.

La conseguenza fu l'unico intervento chirurgico della storia ad avere un tasso di mortalità del 300%: oltre al paziente infatti morirono anche l'assistente di Liston e lo sfortunato spettatore, i primi due per la gangrena e l'ultimo per lo shock dovuto al taglio!

Che dire, quel giorno gli è proprio andata male…

Fonte: HistoRick